Spot in televisione per promuovere l'insegnamento del friulano
Gli spot, radiofonici e televisivi, sono previsti dal regolamento sulla tutela della marilenghe. La Regione ha stanziato 2,6 milioni di euro per l’applicazione dell’intera normativa
TRIESTE. Una campagna promozionale con tanto di spot radiofonici e televisivi per promuovere l’insegnamento del friulano nelle scuole. C’è anche questo nel regolamento che la sesta commissione, presieduta da Piero Camber (Pdl), ha votato ieri mattina. La tutela della lingua, così come previsto dalla legge 29 del 2007, metterà in campo una serie di misure per far sapere a chi abita in provincia di Udine, nel pordenonese e in alcuni Comuni del goriziano, che il friulano si può imparare anche a scuola. La Regione, che non ha ancora deciso con esattezza quali strumenti attuare per sensibilizzare le famiglie, ha stanziato 2,6 milioni di euro per l’applicazione dell’intera normativa. Non sono mancati, ieri, gli accenti polemici: il testo è passato con 13 voti favorevoli e ben 38 astensioni. Tra questi anche i consiglieri di maggioranza. Camber, a fine discussione, ha ribadito la propria contrarietà al provvedimento: «Il friulano si impara a casa, non deve essere studiato a scuola». Il regolamento non convince nemmeno Paolo Menis (Pd), che definisce la documentazione «lacunosa» perché non si occupa della formazione dei docenti.
La seconda commissione, invece, ha espresso parere favorevole al programma triennale per le politiche del lavoro 2011-2013 predisposto dalla giunta. Sì compatto della maggioranza, no del Pd che ha sollecitato la Regione a cercare nuove soluzioni per lo sviluppo del territorio, astensione dei Cittadini. L’assessore Angela Brandi ha ricordato che nel biennio 2009-2010 sono state 1.600 le persone che, grazie ai lavori socialmente utili, hanno integrato il proprio reddito da cassintegrati. Per il sostegno alle giovani imprese, ha evidenziato Brandi, due mesi fa è stato riattivato il programma “Imprenderò” e durerà un anno. Due, invece, i filoni di aiuto per chi non trova lavoro: uno riguarda i disoccupati da almeno 8 mesi e sotto i 36 anni di età, l’altro tocca i disoccupati di lunga data e con più anni. Paolo Pupulin (Pd) ha reso noto che nel corso dell’esame delle variazioni di bilancio in aula sarà presentato un emendamento che proporrà la riduzione di una quota dell’Irap dei giovani professionisti con partita Iva. (g.s.)
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