Stagione di sold-out al teatro Verdi in attesa di Pintus
L’ultimo pienone della stagione del Verdi l’ha fatto Veronica Pivetti, protagonista di “Viktor und Viktoria”. Un altro pienone sarà mercoledì 6 marzo quando sul palco del teatro salirà Pintus. Per gli spettacoli in programma nel prossimo mese al Verdi, il Comune ha assunto un impegno di spesa di euro 42.240, per i cachet degli artisti: lo spettacolo di Pintus, per esempio, ha un costo di euro 13.200 Iva compresa, mentre di euro 14.300 (sempre Iva compresa) è il costo del “Don Giovanni secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio”, in calendario giovedì 14 marzo. Il pubblico risponde: in totale, gli abbonamenti hanno finito per essere oltre 1.400. In particolare, tanto per dare qualche numero, sono 462 quelli del settore “prosa”, 193 quelli di “musica e balletto”, 325 quelli dei “grandi eventi” senza trascurare i 193 abbonamenti “Verdi Young” e i 39 di “Verdi Off”. Ovviamente, l’amministrazione comunale gongola.
«Siamo partiti sull’onda della stagione 2017-2018, che era stata da record – dice il sindaco Ziberna –. In occasione dell’annuncio della stagione attuale avevo affermato che anche solo un incremento dell’1% rispetto alla precedente sarebbe stato da festeggiare. Ma, ad oggi, abbiamo già ottenuto più sold out di quelli dell’anno scorso. In altre città, le stagioni dei teatri, per mille ragioni, hanno per lo più subito un rilassamento. Forse, anche il fatto che noi siamo rimasti fermi per parecchio tempo in quanto a costo degli abbonamenti e dei biglietti aiuta gli ottimi risultati del Verdi. Poi, ovvio, il merito del successo del teatro è soprattutto del direttore artistico Walter Mramor, il cui intuito deriva da decenni di esperienza, ma tengo anche a ringraziare l’assessore Oreti e tutto il pubblico goriziano».
Effettivamente, il cartellone 2017-2018 era sembrato difficilmente ripetibile in quanto a risultati, con, sul palco, artisti di primo livello quali Arturo Brachetti e di sicuro richiamo quali Raoul Bova: si era chiuso con una crescita di pubblico del 19% in confronto a quello del 2016-2017. «Sì, credevamo che quella stagione, nel panorama dei teatri regionali che evidenziava una certa stabilità, costituisse una felice eccezione, un momento di gloria – dice l’assessore Fabrizio Oreti –. Ora, invece, notiamo che non si trattava di un momento, ma di un trend che è in continua crescita». Afferma ancora l’assessore Oreti: «Assistere a uno spettacolo al Verdi, ormai rappresenta non solo un momento culturale, ma costituisce, infatti, un vero e proprio momento di aggregazione. La cosa non può non farmi piacere perché uno degli scopi della cultura è proprio quello di far aggregare la città, la comunità per favorirne la crescita, per innalzarne il livello. I numeri, in questo senso, sono confortanti: ci stanno dando ragione e ne sono felice. Eppure, non devono essere un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Pertanto, già stiamo sviluppando, assieme a Walter Mramor delle idee per la stagione prossima: proprio così, se vogliamo migliorare ancora, dobbiamo già pensare al futuro».
Da ultimo, una precisazione: «Quando affermo che andare al Verdi rappresenta un momento di aggregazione, non faccio riferimento soltanto agli spettacoli inseriti nella sua stagione, ma anche a quelli proposti da altre associazioni e ospitati dal massimo teatro cittadino. Proprio così: le proposte delle associazioni culturali che vengono ospitate dal Verdi finiscono per generare benefici alla stagione artistica del teatro. Gli spettatori, insomma, più conoscono il teatro e più ci tornano volentieri». –
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