Staminali, cura a rischio per Denis

Reclamo degli Spedali Civili di Brescia contro l’avvio della terapia. Il legale: «Così viene tradita la legge»
Di Laura Borsani
Bumbaca Gorizia 07.05.2013 Processo per bimbo disabile - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 07.05.2013 Processo per bimbo disabile - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Un nuovo ostacolo si frappone lungo la “via della speranza” per Denis Pramparo, il monfalconese di 16 anni affetto da Sma tipo 1, che lo ha condannato a devastanti privazioni. Non sono bastate le due sentenze favorevoli, attraverso le quali il giudice di Gorizia, Barbara Gallo, ha disposto la cura d’innesto delle cellule staminali, secondo il protocollo medico di Stamina Foundation Onlus del professor Davide Vannoni, già applicato dal dottor Marino Andolina. Ora s’è messo di mezzo il reclamo presentato al Tribunale isontino dall’Azienda ospedaliera degli Spedali Civili di Brescia, ai quali Denis è stato affidato per avviare la cura sperimentale, nel solco delle cosiddette «cure compassionevoli». L’Azienda bresciana chiede la revoca o la modifica della sentenza emessa dalla dottoressa Gallo. Tutto sarà esaminato da un Collegio formato da 3 giudici. L’udienza è stata fissata per il 4 luglio. Si rimette, dunque, in gioco la speranza di Denis che sta lottando contro il tempo. Il rischio, qualora venisse accolto il reclamo, è quello di privare il ragazzo della cura. Proprio domani dovrebbe partire la prima fase del percorso terapeutico: si tratta del carotaggio al quale sarà sottoposto il padre di Denis, Marco Pramparo, in qualità di donatore.

Ma intanto è partito il nuovo procedimento giudiziario promosso dall’Azienda ospedaliera bresciana, difesa dall’avvocato Rocco Mangia, del Foro di Milano. Nel reclamo si chiede «la revoca dell’ordinanza del giudice Gallo e il rigetto del ricorso della famiglia Pramparo, a fronte dell’impossibilità per l’Azienda di produrre le cellule staminali». In subordine, si chiede la modifica dell’ordinanza, prevedendo la «produzione delle cellule staminali in una cell-factory autorizzata». Con ciò «acquisendo il consenso informato dei genitori e il parere favorevole del Comitato Etico». Ulteriore richiesta: l’«ordine alla Stamina Foundation Onlus di procedere alla produzione, presso la cell-factory individuata, delle cellule staminali mesenchimali necessarie per effettuare la terapia con il metodo Stamina». L’Azienda ha inoltre sollevato una questione di legittimità costituzionale, in riferimento al decreto legge 24/2013, poi convertito in legge, in ordine al completamento della cura stabilito per i pazienti che l’hanno già intrapresa e a fronte di sentenze giudiziarie favorevoli.

L’avvocato Marco Vorano, del Foro di Venezia, che assieme ai legali Dario Bianchini e Daniela Michieli, rappresenta la famiglia Pramparo, ha osservato: «Il reclamo presentato, che ripropone le stesse obiezioni formulate in occasione del ricorso della famiglia Pramparo, sottopone questo ragazzo, e con lui i congiunti, già profondamente provati, ad ulteriori situazioni di forte stress. Il decreto Balduzzi prevede, a fronte di un provvedimento giudiziario favorevole, come nel caso di Denis, il diritto alle cure e al relativo completamento del percorso terapeutico. L’Azienda bresciana va pertanto contro una disposizione di legge, senza sostenere corrette motivazioni giuridiche. Mi chiedo - conclude l’avvocato - cosa faccia l’ospedale di Brescia: deve garantire le cure, oppure promuovere le cause? Cause che, peraltro, hanno un costo, pagato dalla collettività».

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