Stangata fiscale, grappa istriana in crisi

L’allarme dalla rassegna di Pinguente: i provvedimenti governativi penalizzano i piccoli produttori

PINGUENTE. Sulla scia delle rassegne del vino, dell’olio d’oliva, dei tartufi, del prosciutto e degli altri prodotti del bosco e della campagna istriana, nel piccolo borgo di Colmo si è svolta quella della grappa, alla quale hanno aderito 47 produttori dell’area istro quarnerina. Hanno sottoposto all’attenzione della giuria ben 97 campioni di distillato nelle varie categorie.

Ebbene, il vincitore assoluto della rassegna è Maurizio Radovan di Visignano che ha vinto la Pergamena di platino per la sua “biska” ( grappa al vischio) mentre si è piazzato al primo posto anche per la grappa alla ruta.

Nella categoria della “medenica” (grappa al miele), il primo premio è andato a Marinko Banovac di San Pietro in Selve. Miro Petohleb di Pinguente ha presentato il più buon distillato di prugne, la nota “sljivovica”.

Numerosi i visitatori, che non sono stati frenati neanche dalla prima ondata di maltempo stagionale e dalla pioggia incessante. Va detto però che quello della produzione di grappa in Istria è un settore in fase di ristagno, o perlomeno di ripensamento da parte di chi la produce praticamente da sempre, in seguito a una stangata fiscale che rasenta il proibizionismo.

È da poco tempo in vigore infatti una legge molto restrittiva che sta scoraggiando i produttori.Ora solo per il possesso di un alambicco fino a 100 litri di capacità si pagano 13 euro di tassa all’anno, e la tassa raddoppia per il distillatore di capacità superiore.

Sulla produzione che supera i 40 litri annui si paga l’accisa di 3,7 euro il litro. L’imposta dev’essere pagata anche da chi non intende vendere la grappa.I cosiddetti piccoli produttori, quelli cioè che lavorano fino a 1.000 litri all’anno devono pagare l’imposta entro 30 giorni dalla distillazione,indipendentemente se hanno venduto o meno la grappa, con notevole dispendio economico. I grandi produttori invece possono aprire un magazzino doganale nel quale depositare la grappa in attesa della vendita. In questo caso pagano l’accisa solo dopo aver venduto il prodotto.

I trasgressori vanno incontro a multe piuttosto pepate: per l’alambicco non denunciato l’ammenda va da 275 a 1380 euro. Per l’accisa non pagata si sale alle stelle,la multa infatti si aggira da 2.760 a 70.000 euro.

Come rispondono i diretti interessati? Miro Petohleb noto produttore dell’Elisir di lunga vita (una grappa con l’aroma di 16 erbe) che un tempo distillava 50mila litri di varie grappe,ha ridotto la produzione a meno di 1.000 litri all’anno. E la nota azienda vinicola Agrolaguna di Parenzo l’altro anno ha preferito buttare nel letamaio 1.000 tonnellate di vinaccia piuttosto che distillarle. (p.r.)

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