Stock, gelo fra Consiglio comunale e Assindustria

I capigruppo chiedono al sindaco di ridiscutere la cittadinanza onoraria data a Antonini
«Alla luce del comportamento ”irrispettoso” tenuto nei confronti dei lavoratori della Stock dal presidente di Assindustria Corrado Antonini, va rimessa in discussione la cittadinanza onoraria che il Comune gli ha conferito nel 2003». La proposta, unica nel suo genere - non è mai accaduto infatti che si chiedesse di rivedere le onorificenze concesse in passato - arriva da una mozione urgente approvata ieri mattina dal consiglio comunale. E la mozione ha subito innescato uno scontro a distanza con gli Industriali, pronti a difendere la condotta di Antonini e ad esprimere «vivo disappunto» per l’iniziativa dell’assemblea municipale. Alla base della querelle, l’indignazione dei consiglieri per le dichiarazioni in cui il presidente di Fincantieri avrebbe definito «una battaglia di retroguardia» la protesta dei 40 lavoratori della Stock contrari al trasferimento a Milano e, successivamente, per la sua scelta di abbandonare martedì scorso la seduta del consiglio riunito per esprimere solidarietà al personale della storica azienda triestina. «Se ne è andato durante gli interventi dei capigruppo, mancando di rispetto al consiglio e commettendo un atto di maleducazione che, a scuola, verrebbe sanzionato con una nota - osserva Fabio Omero del Pd -.


E pensare che da più parti Antonini era stato indicato come la figura autorevole a cui affidare la regia del tavolo di confronto sullo sviluppo della città». «Vedendolo andar via in quel modo sono rimasti tutti malissimo, a partire dai lavoratori e dai sindacalisti in aula - continua Roberto Decarli, capogruppo dei Cittadini -. Ci è sembrato necessario prender posizione con un atto politico che dimostrasse alla città che non siamo nè ”servi” nè ”sudditi” degli industriali». L’indignazione per la «fuga» dall’aula del presidente di Assindustria, aveva spinto inizialmente i consiglieri ad usare nella mozione toni ancora più forti, chiedendo addirittura a chiare lettere la revoca della cittadinanza onoraria. «In un secondo tempo, invece, si è deciso di rivedere il testo chiedendo al sindaco solo di ”riconsiderare” le motivazioni alla base dell’onorificenza conferita al presidente di Fincantieri - aggiunge il forzista Piero Camber -. Una sorta di cartellino giallo, insomma, che dovrebbe servire a ricordare ad Antonini quanto è stata generosa nei suoi confronti la città».


La mozione urgente è passata con 26 sì e 4 no (un altro consigliere ha dichiarato di non voler partecipare al voto ndr). Tra i contrari Marco Toncelli, esponente del Pd e, tra l’altro, dipendente Fincantieri. «Vista la mia posizione, avrei potuto accampare qualche scusa e non votare, ma ho voluto rispettare il mio ruolo - spiega Toncelli -. Pur condividendo la delusione per la mancanza di rispetto dimostrata da Antonini non ho potuto dare il mio appoggio ad un atto che invoca una sanzione del tutto sproporzionata». A difesa del presidente Antonini si schierano anche i vertici di Assindustria. «Prendiamo atto con vivo disappunto della mozione bipartisan - precisano in una nota i vicepresidenti Adriano Del Prete e Nicola Pangher -. Stupisce che opinioni tese a superare visioni di sviluppo economico della città prettamente legate ad una logica autorefenziale. come quelle espresse dal presidente Antonini, anzichè diventare spunto per un positivo e costruttivo confronto, siano oggetto di azioni di tal genere».


«Le mutate condizioni di mercato - continuano i due vicepresidenti dell’Assindustria -, possono essere fronteggiate solo da imprese in grado di rilanciarsi anche attraverso riorganizzazioni e ristrutturazioni. Per cui tutti coloro che manifestano le pur comprensibili istanze di permanenza sul territorio della propria azienda, dovrebbero verificare se la difesa dell’esistente sia economicamente sostenibile. Tra le condizioni dello sviluppo non c’è necessariamente l’immutabilità dell’esistente che, anzi, il più delle volte è fonte di debolezza e non di forza». Questo tuttavia, precisa Assindustria, non significa che la Stock verrà lasciata al suo destino. Così «nel riconfermare la piena solidarietà all’operato di Antonini - concludono Pangher e Del Prete -, l’associazione ricorda anche gli sforzi per affiancare la Stock nella ricerca di misure che possano attutire le conseguenze negative che le decisioni di politica aziendale dovessero determinare».

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