Stop ai funerali comunali? Stangata sul “caro estinto”

di Laura Borsani
Funerali comunali a rischio anche a Monfalcone di fronte alla proposta di legge presentata dalla Lega Nord, che impone agli enti locali l’impossibilità di gestire contestualmente i servizi cimiteriali e l’attività delle onoranze funebri. Una “mazzata” non indifferente per l’ente locale, sia dal punto di vista economico, dovendo rinunciare a una delle poche voci attive di bilancio, che permettono di sostenere anche i costi dei servizi cimiteriali, sia dal punto di vista sociale, privando i cittadini di una scelta alternativa al privato.
Ripercussioni evidenti: si parla, infatti, di un mancato incasso per il Comune sull’ordine di quasi 700mila euro l’anno. Ma gli effetti negativi graverebbero soprattutto sulle tasche dei monfalconesi, privati di un servizio che ha una funzione calmieratrice dei prezzi sul mercato locale del “caro estinto”. Un funerale affidato al Comune costa al cittadino da un minimo di 800 euro, il più “povero”, fino a un massimo di 1200-2000. La cremazione, invece, costa intorno ai 700 euro. Un’offerta sulla quale non incidono peraltro i costi del personale, che rimane a carico del Comune. L’ente locale garantisce inoltre il rito funebre gratuito per i casi di indigenza. Cifre alla mano, lo “scorporo” dei servizi comunali significherebbe azzerare un rapporto di bilancio, tra entrate e uscite, che registra un saldo positivo: stando ai dati del rendiconto 2010, infatti, la voce “Servizi funebri e illuminazione votiva” ha comportato un’entrata di 666.849 euro, a fronte di un’uscita di 615.381 euro, con un attivo di 51.467 euro. Significa privare i monfalconesi di una opzione, quella delle esequie economiche, che negli ultimi tre anni ha segnato un trend in aumento: i funerali effettuati dall’ente locale, sia nel territorio comunale che fuori città, sono passati da 342 nel 2009 a 368 nel 2010, mentre nei primi otto mesi di quest’anno siamo a quota 287.
L’amministrazione, attraverso l’assessore ai Servizi cimiteriali, Paolo Frittitta, boccia su tutta la linea la proposta di legge: «La posizione del Comune - spiega - è assolutamente contraria. C’è un motivo preciso per cui il nostro ente locale, come avviene anche a Gorizia, Udine e Pordenone, ha scelto la gestione integrata dei servizi cimiteriali e funebri: l’elemento di fondo è proprio il ruolo calmieratore delle tariffe, a favore dei cittadini».
L’assessore Frittitta aggiunge: «La proposta di legge rischia di lasciare libero arbitrio al privato, prospettando inevitabili aumenti dei prezzi. Scorporare il servizio comunale servirebbe solo a garantire una proliferazione del mercato privato. Il tutto, in un momento di crisi economica, per la quale sono in aumento le famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese. Il problema di fondo è la mancata sensibilità e l’intempestività del provvedimento. Viene tolta una scelta ai cittadini e ciò impone una riflessione». La questione è stata già affrontata anche dalla Regione che si è mossa nella direzione della normativa nazionale in corso di approvazione, ed il Comune di Monfalcone ha avuto modo di manifestare la ferma contrarietà.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo