Stop al rigassificatore, ambientalisti scettici

Le parole del ministro Carlo Calenda non sono sufficienti ad archiviare il progetto del rigassificatore a Zaule. La “non strategicità” dell’impianto, proposto dal gruppo catalano Gas Natural, non è argomento bastevole a eliminare dubbi, sospetti, eventualità che il rigassificatore ri-faccia capolino sulla costa triestina, in quanto starebbe solo a significare che il governo non erogherà incentivi per la realizzazione.
Ma “no-incentivi” non significa automaticamente “no-rigassificatore”: allora, per chiudere un fascicolo lungo 12 anni, sono indispensabili ulteriori atti amministrativi propedeutici alla Conferenza dei servizi decisiva, che sarà convocata dal ministero dello Sviluppo Economico (da ora Mise).
L’atto ritenuto più urgente e importante riguarda il parere della Regione Fvg sul metanodotto Trieste-Grado-Villesse, progettato per collegare il rigassificatore alla rete nazionale. La giunta Serracchiani non ha ancora emanato il decreto e il vice-ministro Teresa Bellanova, replicando al deputato Aris Prodani in un “question time” di quattro giorni fa, ha dichiarato che il Mise avrebbe provveduto a convocare la Conferenza dei servizi «entro termini che consentano alla Regione Fvg di esprimersi ... Infatti la Regione non si è ancora espressa, in via ufficiale, con propria delibera di Giunta».
Una lettera al governatore Serracchiani è stata illustrata in un incontro promosso dalle associazioni ambientaliste ieri mattina al Caffè San Marco. Erano presenti Andrea Wehrenfenning (Legambiente), Carlo Franzosini (Wwf), Giorgio Cecco (FareAmbiente), Alda Sancin (NoSmog), Giorgio Jercog (Amici del Golfo). A supporto delle loro posizioni il parlamentare Prodani. Gli ambientalisti non si accontentano delle assicurazioni verbali di Calenda e vorrebbero evitare che rimanga in agguato la possibilità di depositi costieri di Gnl o di mini-impianti.
Dunque, in primo piano il caso-gasdotto. Gli esponenti ambientalisti non riescono a spiegarsi perchè rigassificatore e relativa infrastruttura “di trasporto” abbiano avuto itinerari amministrativi distinti. E hanno sottolineato come la commissione Via-Vas al ministero dell’Ambiente si sia espressa favorevolmente rispetto alla costruzione del metanodotto. Insomma, per garantire trasparenza ed evitare malintesi, il gasdotto - eccepiscono le associazioni ambientaliste - deve essere “neutralizzato” e, affinchè ciò avvenga, la Regione Fvg deve pronunciarsi contro di esso con un atto specifico.
Un altra faccenda, su cui si è appuntata l’attenzione degli ambientalisti, riguarda il verbale della Conferenza dei servizi risalente al 22 novembre 2012, che espresse parere favorevole al rilascio dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale). Ma in calce al documento apparvero tre dichiarazioni, a cura dei rappresentanti di Comune, Provincia, Azienda Sanitaria, con le quali i tre enti pubblici prendevano le distanze dalle conclusioni della Conferenza, alludendo apertamente a «falsità del verbale» che venne redatto da dirigenti della Regione. Regione - obiettano gli ambientalisti - che «non ha mai risposto alle richieste di chiarimento su questa grave vicenda». E allora le associazioni sollecitano la Serracchiani a «colmare questa lacuna, anche a tutela della sua amministrazione».
Infine, il terzo argomento, emerso ieri mattina, è la lettera datata alla Vigilia di Natale 2015, con cui l’Autorità portuale chiede la riapertura del procedimento di Via (Valutazione impatto ambientale) ai due ministeri competenti, Mise e Ambiente, in quanto la messa in sicurezza dell’ex discarica di via Errera implica «modifiche sostanziali» al progetto del rigassificatore. Le cinque sigle ambientaliste chiedono al presidente Serracchiani di sostenere la richiesta dell’Ap triestina.
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