Stop al ritorno sugli sci, Roma blocca i 15 mila appassionati già registrati sul sito in Fvg

TRIESTE. Prima l’ordinanza di Massimiliano Fedriga che apre la stagione dello sci amatoriale venerdì 19 febbraio. Poi, subito dopo la firma del provvedimento, la notizia della contrarietà del Comitato tecnico scientifico al riavvio di un’attività ritenuta incompatibile con una situazione pandemica ancora molto incerta. Infine, in serata, la decisione della politica con lo stop allo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio, disposto dal ministro della Salute Roberto Speranza.
Quella di domenica 14 febbraio è stata giornata segnata da alti e bassi per gli operatori della regione, costretti a questo punto a digerire l’ennesimo rinvio. «Un balletto sconfortante – commenta l’assessore al Turismo Sergio Bini –, con il rischio ora di vedere messe in ginocchio definitivamente tante imprese della montagna». «Chiediamo al nuovo Governo di cambiare sistema perché evidentemente questo è un risultato fallimentare vista la decisione dell'ultimo momento che riguarda gli impianti da sci - ha affermato in serata Massimiliano Fedriga -. Già la settimana scorsa si conosceva la situazione pandemica e bisognava avvisare quindi con il dovuto anticipo operatori e lavoratori del settore della montagna. Un danno che si somma alla perdita che c'è già stata e che ci sarà. Il Cts va riformato. Adesso - conclude - servono indennizzi veri e non i ristori che abbiamo conosciuto fino ad adesso: i ministri Giorgetti e Garavaglia infatti vogliono andare proprio in questa direzione».
Durissima anche la reazione del presidente regionale di Confcommercio Giovanni Da Pozzo. «Apprendiamo con la consueta comunicazione domenicale a ridosso delle ormai attese aperture programmate per gli impianti sciistici, di un rinvio addirittura al 5 marzo. Una modalità offensiva nei confronti di una parte della nostra economia montana. La riapertura il 5 marzo, che ora ci pare anch’essa un punto di domanda, è una presa in giro. Pensare che i primi di marzo ci possano essere condizioni per poter dare un minimo di sostenibilità alle attività turistiche che operano nei poli sciistici è follia».
E pensare che oltre 15 mila appassionati, registrati nel portale di Promoturismo Fvg (passaggio obbligato per l’acquisto dello skipass), erano pronti a infilarsi gli sci ai piedi e farsi la prima discesa della stagione. La Regione aveva deciso di non far coincidere l’apertura di impianti e comprensori con i tre giorni (da oggi a mercoledì) di chiusura delle scuole per Carnevale. Fedriga ha così siglato un’ordinanza (senza la quale già oggi, come da disposizioni nazionali, si sarebbe potuto riaprire) che fissava la ripartenza il 19 febbraio, con scadenza il 5 marzo. Con la raccomandazione del presidente di «ridurre al minimo le possibilità di assembramento» e i protocolli di sicurezza di Promoturismo Fvg, si sarebbe dovuto ripartire insomma, recependo i limiti inseriti nelle linee guida della Conferenza delle Regioni. Ma Roma ha deciso diversamente.
Sul fronte dei numeri, intanto, la settimana si è chiusa con la curva ancora in discesa. Con i 216 casi di giornata (174 su 3.840 tamponi molecolari, 4,53%, 42 su 1.798 test rapidi antigenici, 2,34%), la somma dei positivi della settimana 8-14 febbraio, che verrà analizzata dalla cabina di regia nazionale venerdì prossimo, è 2.036, una media giornaliera di 291 casi contro i 368 del 1-8 febbraio (-21%). A contrarre il virus sono state sin qui 72.148 persone, di cui 32.281 aUdine (+126), 16.246 a Pordenone (+28), 14.192 a Trieste (+39), 8.573 a Gorizia (+21) e 856 (+2) di fuori regione.
Nelle residenze per anziani, con un trend in discesa per l’effetto vaccino, si sono riscontrate tre positivitàori), nel Ssr se ne aggiungono quattro nell’Azienda Friuli Centrale (due tecnici, un infermiere e un medico) e una al Cro di Aviano (un medico). Con 11 decessi sulle 24 ore il totale è di 2.693 morti con diagnosi Covid: 1.343 a Udine (+6), 604 a Trieste (+1), 572 a Pordenone (+2) e 174 a Gorizia (+2). Nelle terapie intensive sono ricoverati 61 pazienti (+1), nelle aree mediche 414 (-11). Dal picco del 10 gennaio (767 ospedalizzati) il calo è del 38%. Gli attualmente positivi sono 9.771 (-250), i totalmente guariti 57.889 (+438), i clinicamente guariti 1.795 (+17), gli isolamenti 9.296 (-240).
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