Studenti in corteo, città paralizzata

Un migliaio i partecipanti lungo le vie del centro. Fallito il tentativo di entrare nel palazzo del Consiglio regionale
Di Laura Tonero

Studenti in corteo, città nel caos. Giornata di autunno caldo, come in molti altri capoluoghi italiani. Ieri un migliaio di alunni degli istituti superiori affiancato da alcuni universitari, alcuni docenti e personale Ata aderenti a Flc-Cgil ha bloccato Trieste. Nel mirino le istituzioni finanziarie, i rappresentanti del governo, i politici regionali e le precarie condizioni delle strutture scolastiche. «Di fatto nelle scuole e nelle università - ha spiegato poi un comunicato dell’Unione degli Studenti - si sta portando a compimento un processo di privatizzazione che vede anche l'istruzione e il sapere assoggettati alle leggi della concorrenza e del profitto».

L’appuntamento era stato fissato per le 9 in piazza Goldoni. Da lì è partito il serpentone umano che metro dopo metro ha bloccato centinaia di automobilisti triestini.

Fino alle 13.40 la città è rimasta nelle mani dei manifestanti. Primi passi in via Carducci, poi dritti in piazza Oberdan dove un momento di tensione ha rischiato di mandare all’aria lo svolgimento peraltro pacifico della manifestazione. Gli studenti hanno tentato infatti di entrare nella sede del Consiglio regionale. Hanno acceso un fumogeno. Un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa proveniente da Padova, già schierato, ha preso in mano scudi e indossato i caschi. Un gesto preventivo, rimasto tale. Le forze dell’ordine hanno tentato una mediazione. Il consigliere regionale Igor Kocijancic (Sinistra Arcobaleno) è uscito dal portone del palazzo regionale per proporre ai manifestanti di far salire una delegazione. «Tutti o nessuno», è stata la risposta. «Volevamo capire cosa succede là dentro - ha spiegato Andrea, uno degli studenti più attivi nell’organizzazione della manifestazione - cosa succede dei soldi e delle idee».

Da piazza Oberdan gli studenti si sono poi spostati in via Ghega e poi dritti in via Roma. Una marcia lenta scandita dalle note di gruppi musicali come Assalto Frontale o Mista Man diffusi da un impianto che ha lasciato parecchie volte senza ritmo il corteo.

Sosta sotto la sede della Lega Nord, caratterizzata da insulti e accensione di fumogeni. Ma «hanno individuato il bersaglio sbagliato - ha poi replicato il segretario provinciale del Carroccio Pierpaolo Roberti - la Lega si è opposta ai tagli alla scuola».

In Corso Italia i manifestanti si sono inaspettatamente divisi: da una parte un centinaio di aderenti all’Unione degli Studenti (UdS), dall’altra un gruppo nutrito che fa riferimento al neonato Autogestito Scoordinamento studentesco Ass (ex Occupy Trieste) e alla Casa delle Culture di Ponziana. Gli studenti dell’UdS si sono uniti al presidio dei lavoratori Sertubi in piazza Borsa. «Tra Ass e Uds ci sarà collaborazione - ha precisato Tommaso Gandini dell’Autogestito - ma pur avendo stessi obiettivi non adottiamo le stesse pratiche: noi infrangiamo le leggi, siamo studenti disobbedienti».

I manifestanti, facendo uno strappo al percorso concordato, hanno imboccato, mandando in tilt il traffico, via del Teatro Romano. Slogan contro la polizia all’altezza della Questura, poi tutti seduti a terra.

Arrivati in piazza Unità, i ragazzi hanno snobbato il palazzo della Giunta regionale per proseguire lungo le Rive, direzione Stazione ferroviaria. «Ci bloccano il futuro - urlavano - noi blocchiamo la città». E ci sono riusciti. Ultima tappa in piazza Libertà. Seduti a terra, si sono dati appuntamento alle 13.15 di oggi per andare tutti a Venezia all’apertura dell’anno accademico universitario. E la protesta nei prossimi mesi continuerà. «Non è nostra intenzione occupare le scuole, - dice Gandini - barricandoci negli istituti non abbiamo ottenuto nulla: ora preferiamo uscire e far conoscere il nostro disagio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA LE FOTO

DELLA PROTESTA

www.ilpiccolo.it

Riproduzione riservata © Il Piccolo