Su e giù per i gradini della Grotta Gigante

Non c’è stratempo che tenga quando la passione per la corsa ti possiede, e il metterti alla prova significa capire dove puoi arrivare chiedendo al tuo corpo di più e ancora di più. Sotto una pioggia fitta e fastidiosa, ieri, gli oltre 220 iscritti alla “Cronotraversata del Maestro” hanno onorato la competizione finendo zuppi come i savoiardi nel tè. La kermesse organizzata dal Gruppo di Corsa in montagna della Società Alpina delle Giulie con la collaborazione della Commissione Grotte Eugenio Boegan è stata comunque un successo e, nonostante l'inclemenza del tempo, sono stati in tanti a provare l'ebbrezza di scendere e salire nell'enorme Grotta Gigante.
C'è chi, nonostante l'umidità altissima e l'estrema vischiosita della lunga scalinata, è riuscito a percorrere la discesa nel profondo speco a notevole velocità, per poi risalire per oltre 500 scalini di nuovo alla superficie. Gli atleti, molti tra i quali giunti non solo da tutto il Triveneto ma pure dalle nazioni contermini e dall'Ungheria, si sono cimentati lungo un sentiero che si sviluppava lungo un tratto esterno di circa 850 metri, per poi affrontare l'itinerario all'interno della Grotta Gigante con un dislivello di un centinaio di metri superato percorrendo in totale mille gradini. I migliori hanno coperto il percorso in un tempo vicino ai 9 minuti, ma la gara in verità era aperta a tutti e, per molti, la risalita dal fondo della Gigante si è svolta al passo piuttosto che di corsa.
«Ne valeva la pena», afferma Giulia Schillani che ha partecipato all'evento per la prima volta: «Ovviamente sono stata condizionata dalla pioggia e sono scesa nella grotta con prudenza. La salita? Al passo, perché la sentivo difficile, ma sono davvero contenta del risultato». Al via della cronotraversata anche uno dei suoi ideatori, Paolo Grahor, alla fine fradicio sia di pioggia che di sudore. «Era davvero difficile correre su un sentiero erboso estremamente scivoloso – spiega sorseggiando una meritata bevanda calda – sarebbero state utili le scarpe chiodate».
Giulio Orzan veste la gloriosa maglia del Gruppo sportivo San Giacomo dell'indimenticato Rodolfo Crasso e condivide il punto di vista di tanti podisti: «Era necessario prestare attenzione perché sia dentro che fuori la grotta è stata l'umidità a farla da padrone. Tutto molto faticoso, e per risalire ho dovuto andare al passo». «Nonostante la brutta giornata siamo soddisfatti – afferma Lorenzo Cadelli, capo gruppo Cai Cim Corse in Montagna dell'Alpina delle Giulie. La partecipazione è stata notevole e nella gara si sono cimentati persone di tutte le età». Gli ultimi podisti hanno concluso il cimento dopo mezzogiorno, proprio quando la pioggia ha iniziato a dare un po' di tregua. Nemmeno un'ora più tardi, nel vicino punto di ristoro, tanti atleti si sono rifocillati brindando all'impresa. Vin brulé per tutti.
Maurizio Lozei
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