«Subito un’ispezione ad A2A»

Dopo la nuova, importante, «fumata anomala» della centrale termoelettrica di venerdì scorso e il sopralluogo nell'impianto il giorno successivo, il sindaco di Monfalcone Anna Cisint si è rivolta ieri, assieme all'assessore all'Ambiente Sabina Cauci, al ministero dell'Ambiente, Ispra, Sistema nazionale per la protezione dell'Ambiente e Arpa Fvg. Lo ha fatto per chiedere alle autorità nazionale di effettuare quanto prima un'ispezione della centrale termoelettrica per «appurare in quale stato di manutenzione versino i gruppi 1 e 2 attualmente in funzione, con particolare riferimento alle condizioni delle caldaie e dei tubi bollitori delle camere di combustione».
Nella lettera inviata al ministero, si rileva come la fuoriuscita di venerdì, solo di vapore acqueo secondo quanto comunicato dalla società al Comune sabato, e quella avvenuta il 23 maggio dello scorso anno siano avvenute non a camino, ma nel gruppo 1, costruito nel 1963. «Dalla relazione di Arpa Fvg rispetto all'ultimo evento - ha riferito inoltre ieri il sindaco - non si evince se sia da imputarsi principalmente a un ritardo o una taratura ad alti valori delle valvole di sfogo della sovrapressione oppure se si sia trattato di un evento improvviso e massivo di generazione di sovrapressione». La preoccupazione nasce quindi «dal non avere informazioni certe sulla causa» dei malfunzionamenti, dallo «stato in cui versa l'impianto in generale, tenuto conto della sua vetustà» e quindi dalle «possibili ripercussioni sull'ambiente, la salute dei cittadini e il territorio in generale». Secondo l'amministrazione comunale, come sottolineato nella comunicazione al ministero, non è valutabile al momento la portata di possibili conseguenze ambientali di eventi improvvisi come quelli di venerdì scorso e di maggio «in quanto non esistono sistemi di abbattimento di eventuali inquinanti coinvolti nell'evento di fuoriuscita diversa dal camino». «Non si conosce nemmeno la reale composizione dei fumi generati da questi sfoghi di sovrapressione - prosegue l'ente locale -, tenuto conto che nei fumi potrebbero essere presenti inquinanti anche per effetto trascinamento. Si evidenza che nemmeno Arpa Fvg è stata in grado di risalire all'effettiva composizione chimica dei fumi che si sono sviluppati nel corso dei due eventi». Alle autorità competenti il Comune chiede pure di valutare se «la mancata tempestività e incompletezza delle informazioni ottenute da A2a e in seguito A2a Energiefuture siano conformi al protocollo Eco-management and audit scheme (Emas) cui le stesse hanno aderito».
Al ministero il sindaco e l'assessore all'Ambiente domandano pure di trasmettere al Comune la relazione finale relativa all'indagine di bioaccumulo di metalli nei licheni, condotta da Elettrogen del gruppo Enel, che ebbe origine da prescrizioni ministeriali all'esercizio della centrale e venne condotta nel biennio 1999-2001 dall'Università di Trieste. L'ultima richiesta di chiarimenti riguarda il rispetto da parte di Energiefuture degli obblighi normativi e di quelli previsti dall'Autorizzazione integrata ambientale e dai protocolli Emas. «Stiamo inoltre verificando - ha aggiunto ieri il sindaco - se sia possibile imporre alla società un comportamento virtuoso, attraverso il ricorso a una fidejussione, in caso di chiusura dell'impianto per garantire una bonifica del sito».
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