Sulla sanità il Comune vota contro il Pal

All’assemblea del sindaci Cisint attacca il piano della Regione: «Il San Polo non può essere considerato un ospedale marginale»
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-05.01.2017 Conferenza stampa-Sindaco Cisint-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.01.2017 Conferenza stampa-Sindaco Cisint-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Anna Cisint ha scelto di dire no. Forse non è un coup de théâtre, vista l’aria che da giorni tirava in municipio sul tema sanità, ma è ormai un dato di fatto che il Comune di Monfalcone ha deciso di votare contro il Pal, Piano attuativo locale dell’Aas 2 oggetto di discussione ieri sera all’assemblea dei sindaci. Del resto Cisint, già in sede di Autonomie locali, all’approvazione delle linee guida finanziarie aveva espresso perplessità, con un pollice verso. Le motivazioni sono sempre le stesse: «San Polo non può essere considerato un ospedale marginale, giacché serve il medesimo bacino di utenza di Pordenone. Per contro nella scelta tra hub e spoke il presidio monfalconese subisce una classificazione che lo porterà a diventare un “cronicario” in cui le specializzazioni non vengono valutate economicamente», osserva la prima cittadina.

«A Telesca - aggiunge - avevo chiesto di ragionare sul punto per riuscire a dare dignità economia a un bilancio che deve supportare le scelte di specialità e personale». Il secondo motivo per il quale Cisint ha deciso di porsi contro è che «anche in questo Pal si parla di riduzione di posti letto, in termini di rapporto tra letti e numero di abitanti», senza dunque considerare le peculiarità di Monfalcone, che ha sì un determinato numero di residenti, ma rileva importanti fenomeni migratori e ospita diverse industrie con importanti cifre di occupazione, proveniente anche da fuori. «Infine - sostiene Cisint - ho appena appreso che con le stesse somme poste a bilancio per il Crua si dovrà anche supportare l’avvio dell’Ospizio marino. Si parla di 2,5 milioni e, per quanto saputo, 1,7 vanno a Grado». Le “briciole”, insomma, si dividerebbero tra il Centro per l’assistenza ai malati di asbestosi e mesoteliomi e le Terme romane. «Non è possibile - conclude il sindaco - essere presi in giro: il Pal non parla di utilizzo dei servizi ospedalieri, di cose che servono ai malati. E poi perché ancora non si ragiona qui dei Cap, ma nel documento si scrive solo che partono a Cormons e si “avvieranno” a Monfalcone? Cosa vuol dire? Dove sono i soldi?».

E siccome ancora non è arrivata nessuna risposta circa l’incontro con l’assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca, organizzato dal capogruppo dem Diego Moretti, («eppure ho dato la disponibilità di alcune date»), né è giunta risposta in merito alla lettera recentemente inviata alla governatrice, l’amministrazione ha deciso di realizzare un Patto per la salute coi cittadini, sorta di manifesto contenente tutte le richieste inoltrate già a Debora Serracchiani per difendere la sanità locale. Il Comune invita «cittadini e associazioni a sottoscrivere la proposta a sostegno della riqualificazione dei servizi sanitari e sociali, per dare più forza all’azione che l’amministrazione sta portando avanti, per una partecipazione attiva alle scelte che riguardano il territorio». I moduli saranno a disposizione in municipio, all’Urp, in Biblioteca, al Centro anziani e all’Anagrafe.

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