Sulla torre dell’acquedotto per ammirare Palmanova

Un progetto per recuperare il manufatto e far nascere un’attrazione turistica Ma il sindaco frena: ora non ci sono fondi, resta possibile un accordo pubblico-privato
PALMANOVA. La torre piezometrica del vecchio acquedotto cittadino, situata alla fine di contrada Donato, potrebbe diventare un punto di osservazione panoramico sulla città stellata. Data la sua altezza, la torre ha spesso suscitato quest’ipotesi, ma ora l’idea comincia a divenire qualcosa di più concreto attraverso un progetto dello studio Lgsa Legisarchitetti di Monfalcone.


Si tratta dello stesso studio che sta seguendo le realizzazioni nell’area del vecchio ospedale di Palmanova la cui parte residenziale si affaccia proprio sull’area che ospita l’antica torre risalente agli anni della prima guerra mondiale.


La convenzione siglata con il Comune per l’accesso al contributo regionale sulla legge del Riuso vincola l’impresa che realizzerà l’intervento anche a riqualificare l’area ai piedi del vecchio acquedotto e quella adiacente davanti alla caserma Filzi, (circa 3.000 metri quadrati). Ovviamente nella riqualificazione dell’area non si prevede anche il riutilizzo dell’antica torre, ma lo studio dell’architetto Fabio Legisa ha voluto, in accordo con il Comune, approfondire quest’ipotesi.


«L’idea – spiega l’architetto – è quella di trasformare il vecchio acquedotto in un osservatorio privilegiato sulla città. Alta circa 35 metri, la torre consentirebbe di portare un visitatore a circa 27 metri e, con una scala, di salire nella lanterna sommitale fino 32 metri, un’altezza che offre una visuale importante sulla conformazione urbanistica della città, sulla vicina cinta bastionata e sulla lunetta francese…».


Lo studio ha ipotizzato un ascensore centrale che farebbe arrivare i visitatori direttamente nella pancia dell’acquedotto e una scala a chiocciola che abbraccia lo stesso ascensore. Nel corpo centrale sarebbero ricavati degli oblò per la visione sulla città. Negli stessi spazi si potrebbero collocare schermi e allestimenti per aiutare la lettura della fortezza. «Abbiamo anche pensato – prosegue Legisa – di abbellire il manufatto con mosaici, nell’ipotesi elaborata con l’assessore Santoro, di coinvolgere la scuola di Spilimbergo. Nello studio progettuale abbiamo inserito sul corpo del manufatto il richiamo al riconoscimento Unesco, nella scritta e nella forma degli oblò. Al momento è un’idea sulla quale abbiamo voluto aprire un dibattito e che ora cercheremo di realizzare, ricercando degli sponsor…».


La proposta potrebbe avere un costo che si aggira dai 300 ai 500 mila euro. «Prima di parlare di costi – aggiunge il sindaco, Francesco Martines – bisogna fare delle valutazioni sulla staticità del manufatto. Al momento non vi sono finanziamenti a disposizione, né possono essere utilizzati allo scopo i fondi di Stato e Regione che vanno investiti sul sistema fortificato. Tuttavia non escludiamo che si possa percorrere la strada dell’accordo pubblico-privato».


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