Sweet, imprenditori pronti a rilevare l’azienda

Fallimento Sweet, dove eravamo rimasti? Eravamo rimasti che sia il Comune di Gorizia che la Provincia, grazie all’azione dei sindacati, si erano mobilitati per individuare uno sbocco positivo alla situazione dello stabilimento dolciario.
Due aggiornamenti
di diverso tenore
Oggi ci sono due aggiornamenti: uno positivo, l’altro negativo. Iniziamo dalle note liete. «Come avevamo caldeggiato, è stato indetto un bando per raccogliere le manifestazioni di interesse di aziende propense a rilevare l’attività. È stato pubblicato su “Il Sole 24 ore” e su siti internet esteri: scadrà nei prossimi giorni. Dalle notizie in nostro possesso un’azienda (che non è la “Lazzarini dolciumi” di Bergamo come emerse nell’agosto scorso) si è fatta avanti ma non credo sia giusto, in questo momento, di creare false aspettative - spiega Michela Marson della Fai-Cisl - Attendiamo ancora un po’ e vediamo come si mettono le cose. La nostra speranza è che l’eventuale azienda subentrante prenda in carico anche i dipendenti».
E riguarda proprio i dipendenti la notizia negativa. I sindacati esprimono, una volta di più, grossa preoccupazione per il ritardo dell’arrivo del decreto di pagamento della Cigs da parte dell’Inps. Nonostante l’accordo preso a livello regionale con le Bcc per un anticipo del dovuto, i lavoratori stanno attendendo da aprile l’indennità a loro spettante. «E ci sono situazioni molto delicate. C’è chi ha raschiato il fondo del barile e ha bruciato tutti gli scarni risparmi per vivere - spiega ancora Marson -. Non dobbiamo dimenticare che ci sono situazioni familiari in cui moglie e marito lavoravano alla Sweet: di fronte a questi rallentamenti ministeriali, la quotidianità diventa una sfida».
Sviluppi
della vicenda Sweet
Ora una breve cronistoria. Sweet spa era un’azienda specializzata nella produzione di ovetti di cioccolato con sorpresa. Venne costituita nel 1994 da Fabrizio Manganelli e rappresentava il continuum di un’esperienza nel settore dolciario iniziata nelle aziende di famiglia (Ilcea sas e Dolceitalia srl). Nel 1996 venne costruito il primo lotto dello stabilimento di via Gregorcic nel quale venne realizzato un innovativo processo che consentiva la produzione di ovetti bicolore con forma esclusiva e tecnologia di “stampa a freddo” che permetteva la realizzazione di prodotti perfetti e di spessore uniforme senza l’inconveniente della capsula della sorpresa attaccata al cioccolato. La crescita, si legge nel documento, fu talmente imperiosa che la Sweet diventò il secondo produttore di settore dopo il gruppo Ferrero/Kinder. Nell’ultimo periodo l’azienda ha visto una distribuzione commerciale essenzialmente concentrata sui mercati esteri (nord Europa e nord Africa soprattutto) e sulla grande distribuzione organizzata, con un rapporto preferenziale con la catena tedesca Lidl.
Gli anni migliori
dell’azienda
In precedenza, sino al 2008, prevaleva il mercato italiano in virtù di una partnership commerciale e societaria avviata agli inizi del 2000 con il gruppo “Giochi preziosi” tramite la “Dolci preziosi srl”. Sono stati i momenti migliori per la Sweet: negli anni dal 2003 al 2005, al top del regime produttivo, la società produceva oltre 70 milioni di pezzi l’anno (scesi a 45 milioni nel biennio 2010-2011) con importanti prospettive di sviluppo. È in quel periodo che vennero pianificate decisioni d’investimento di ampia portata, come il raddoppio delle linee produttive e la costruzione del nuovo immobile ad uso deposito e logistica. Il sodalizio con la “Dolci preziosi” si ruppe però di lì a poco con pesanti effetti commerciali. Il resto è storia d’oggi.
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