T-Red, oltre 12mila i verbali ma zero incassi per il Comune

Un tremendo flop. A dieci anni di distanza dall’attivazione (e dal successivo smantellamento) dei T-Red si può tracciare un bilancio della funesta esperienza delle fotocamere ai semafori. Sì, “funesta”. Perché quelle che dovevano autentiche galline dalle uova d’oro (per il Comune, non certo per gli automobilisti multati) si sono rivelate un autogol. «Alla fine, il bilancio economico è praticamente in pareggio», fanno sapere i vigili urbani.
E dire che quando vennero installate si parlò di una previsione di incasso di 1,6 milioni di euro, poi ridotta a 600mila euro. «Le udienze da parte del Giudice di Pace sono terminate - sottolinea il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti - ma da qui a dire che il lavoro è finito ce ne corre. Oggi, siamo impegnati nell’archiviare tutti gli incartamenti: credo che entro l’inizio del prossimo anno, il lavoro potrà dirsi terminato. Che dire? È stato un incubo». Peraltro, riguardo gli ultimi ricorsi discussi, è cambiato improvvisamente il metro di giudizio e se prima (per una lunga ondata) si dava ragione all’automobilista, poi si è iniziato a respingere le contestazioni, sposando la linea del Comune. Insomma, non c’è stata omogeneità di giudizio.
Incassi
e spese
Ma torniamo ai numeri. Il periodo esatto di attivazione dei dispositivi T-Red andò dall’11 ottobre 2006 al 7 maggio 2007 compreso. A quei tempi sindaco della città era Vittorio Brancati e l’amministrazione Romoli si ritrovò a ereditare la partita (gigantesca) dei ricorsi. Più in particolare, attraverso una delibera giuntale del 15 marzo 2007 venne stabilito di sospendere i controlli ad uno dei tre incroci cittadini interessati ai T-Red. Successivamente, il 22 maggio con un’altra delibera sempre nel medesimo anno, di fronte al clima sempre più teso in città, l’amministrazione comunale decise di proporre alla ditta fornitrice degli apparati la cessazione di tutti i controlli e conseguentemente la risoluzione anticipata del contratto in essere con il Comune. Tale proposta venne accettata dal fornitore. Pertanto, la rilevazione delle infrazioni cessò. In quei pochi mesi piovvero qualcosa come 12.131 verbali notificati, dei quali soltanto 5.455 pagati. Furono, invece, 5.500 i ricorsi presentati al Giudice di Pace di Gorizia. Alla prova dei fatti, il Comune deve ringraziare proprio coloro che non hanno fatto ricorso perché è grazie agli incassi da loro garantiti che il bilancio non è in “rosso”. Il perché è presto detto. A suo tempo, la previsione (o meglio, la speranza) era di riuscire ad introitare un milione 600mila. Anzi, per la precisione, 1.667.040 euro: soldi che avrebbero arricchito il bilancio comunale. In realtà, il Comune di Gorizia dovrebbe essere riuscito a incassare a spanne 676mila 200 euro. Ma da questa cifra va tolta la somma che il Comune ha dovuto corrispondere - da contratto - alla ditta che aveva installato le macchine fotografiche. E che corrispondeva a 29,10 euro per ogni sanzione. Ebbene: per sapere qual è la cifra incassata dall’azienda basta moltiplicare il totale delle multe per 29,10 euro. Perché tutte le multe? Come avemmo già modo di spiegare a suo tempo, la ditta non incassava i soldi sulle sanzioni pagate, bensì sulle sanzioni accertate cioè su tutte 12.131.
Il superlavoro
dei vigili
Al di là del dato economico che, dicevamo, è andato in pareggio resta il superlavoro cui sono stati sottoposti tutti gli agenti della Polizia locale. Hanno dovuto sudare sette camicie per redarre le memorie difensive e per venire a capo di quella marea di ricorsi piovuti, in minima parte, alla Prefettura e, nella maggioranza dei casi, al Giudice di Pace. Qualcuno ha pagato anche in termini di salute. «Ma ora stiamo per chiudere la porta su questo capitolo», sottolinea il comandante dei vigili urbani Muzzatti, tirando un sospiro di sollievo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo