Tanti interrogativi aperti sulla morte di Grusovin in Thailandia

Un malore fatale? O un suicidio “anomalo”? O qualcosa d’altro? Si moltiplicano gli interrogativi sulla morte in Thailandia del goriziano Giordano Grusovin, classe 1952, autotrasportatore in pensione. Mezze testimonianze e (tante, forse troppe) chiacchiere finiscono con l’ingarbugliare il quadro.
Ipotesi
e interrogativi
A Gorizia, si accavallano indiscrezioni relative alla morte del pensionato goriziano. Alcune fonti dicono che Grusovin sarebbe stato rinvenuto accasciato su un divano (ciò darebbe spessore all’ipotesi del malore), altre appoggiato a un tavolino. Altre ancora parlano di un suicidio. Il goriziano si sarebbe impiccato ma in maniera alquanto anomala, strana, irrituale: in pratica, avrebbe legato la corda a un tavolino e non a una trave del tetto, ad un albero o un qualsiasi punto d’appoggio posto in alto.
Una circostanza che, però, non trova conferme ufficiali e ciò non fa altro che alimentare il giallo e il mistero su questa vicenda. All’interno della stanza d’albergo, poi, non sarebbero stati trovati elementi tale da ipotizzare una collutazione.
Come scritto ieri, in questo periodo, si sta concludendo l’alta stagione turistica a Pattaya e dintorni. La città è situata in una zona molto industrializzata della costa Est: tuttavia le industrie sorgono al di fuori dei confini comunali ed è quindi esclusivamente un centro balneare; l’economia cittadina beneficia della relativa vicinanza con Bangkok. Giordano Grusovin amava moltissimo viaggiare e, nel recente passato, si era trasferito per un anno e mezzo a Tenerife con l’intento di far traslocare lì tutta la sua famiglia. Poi, tutto era naufragato.
Negli ultimi tempi, stando a chi lo conosceva bene, stava attraversando un periodo di forte stress e l’improvviso decesso trae motivazione, forse, proprio da queste problematiche (non di natura economica) che lo affliggevano. In Thailandia era andato assieme ad altre due persone: un poliziotto della Digos in pensione e un lontano parente originario e residente in Slovenia.
Parla
l’Ambasciata
A sentire l’Ambasciata italiana nel Paese asiatico misteri non ce ne sono e nemmeno indagini. Non vengono forniti dettagli sulle cause del decesso («Non possiamo dire di più. C’è la legge sulla privacy», ci dicono gentilmente ma in maniera ferma) e si aggiunge che la salma verrà reimpatriata a Gorizia nei prossimi giorni. Le pratiche per l’autorizzazione dei funerali sono state avviate e sarebbero destinate ad andare a buon fine in breve tempo. «La Thailandia - afferma un funzionario della nostra Ambasciata - è mèta di 250mila turisti italiani ogni anno. Peraltro, qui risiedono diverse migliaia di connazionali. Di fronte a questi numeri, nel corso di un anno, capita che si verifichino dei decessi e che si debba procedere con il reimpatrio delle salme. La morte di Grusovin rientra perfettamente in questa casistica».
Anche la nostra Polizia, attraverso il vicequestore vicario Di Ruscio, sottolinea che nessun fascicolo è stato aperto. «Solitamente, se c’è qualcosa di anomalo è la Farnesina a prendere in mano il comando delle operazioni e a dirci di indagare ma la Farnesina, in questo caso, non ci ha contattato».
E, allora, abbiamo contattato l’unità di crisi del Ministero degli Esteri che si è limitata, attraverso un funzionario, a confermare il decesso di Grusovin. «Altri particolari non possiamo fornirli. È il nostro modus operandi. Confermiamo che un connazionale è morto all’estero ma non entriamo nel merito delle cause del decesso. Non l’abbiamo mai fatto in passato, non lo facciamo neppure oggi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo