«Tassa rifiuti, a Trieste i rincari più marcati» È di nuovo polemica
Roberto Cosolini e i suoi stanno imparando a leggere la rassegna stampa con una mano sul tavolo e l’altra dietro la schiena che incrocia le dita. Dopo lo studio diffuso una decina di giorni fa dalla Cgia di Mestre che ci proiettava al quarto posto tra 76 capoluoghi per rialzo della resuscitata tassa sulla prima casa (un dato in realtà subito ammorbidito da una successiva analisi uscita sulla versione on-line del Corriere della Sera) è di ieri una nuova classifica pubblicata stavolta sull’edizione cartacea della Stampa che, nel rendere conto di un’elaborazione fatta dalla Uil Servizio politiche territoriali, colloca Trieste addirittura in testa per rincaro del tributo cittadino sui rifiuti, dalla Tares 2013 alla Tari 2014, tra dieci delle principali città d’Italia prese in considerazione. Si rinnova così l’agone delle polemiche politiche di casa nostra, con i berluscones che tornano a urlare contro il «Cosolini recordman delle tasse» e l’assessore al Bilancio Matteo Montesano che si ritrova nuovamente nei panni dello smontatore di proiezioni «non rappresentative che lasciano il tempo che trovano».
Per intanto, la mappa delle variazioni tra Tarsu 2012, Tares 2013 e Tari 2014 - ricostruita dalla Uil e pubblicata ieri dalla Stampa - dice che a Trieste, quest’anno, il tributo per lo smaltimento delle “scovazze” costerà ad esempio - ad una famiglia di quattro persone che vive in una casa di 80 metri quadrati, ovvero l’unico modello su cui si basano i calcoli della mappa stessa - 318 euro. Siamo in una fascia tariffaria medio-bassa. Ciò che però ribalta le gerarchie è la differenza tra il costo della Tares di un anno fa e quello della Tari ora. E qui il +16,3% che i numeri ci attribuiscono (da 273 a 318 euro) non ha eguali. Intendiamoci: l’aumento effettivo da noi sarebbe del 6,9% anziché del 16,3% se si considerasse che nel 2013 la Tares non valeva 273 ma 297 euro in quanto era addizionata di 30 centesimi al metro quadrato di contributo statale sui servizi indivisibili ora dirottato sulla Tasi. Così, come nel caso della tassa sulla prima casa (che l’altro anno non si pagava), il confronto più attendibile va fatto col 2012, epoca Tarsu: a questo punto la tabella uscita sulla Stampa leva a Trieste il primato dei rincari ma testimonia pur sempre che qui in due anni le immondizie ci costano il 28,8% in più.
«Dopo gli aumenti record della Tasi che danno a Trieste un triste primato - scrive Everest Bertoli, capogruppo di Fi in Consiglio comunale - ecco che arriva la stangata della Tari ed è ancora peggio. Un altro primato negativo del quale avremmo fatto volentieri a meno, figlio di un’amministrazione allo sbando che in tre anni è riuscita a mettere in ginocchio famiglie ed imprese portando il prelievo fiscale a Trieste dai 93 milioni del 2011 ai 138 milioni nel 2014». «Il costo programmato da AcegasAps per il servizio è sostanzialmente inalterato rispetto all’anno scorso - ribatte Montesano - ma sono cambiate le classificazioni al suo interno, divenute più omogenee con le altre città. Il costo dell’inceneritore è stato caricato, spostato sulla quota variabile della tassa, rendendo, com’era già altrove, maggiore il peso del numero dei componenti di una famiglia rispetto ai metri quadrati della casa. Ne consegue che i nuclei con più persone pagheranno di più, quelli con meno meno. Un nucleo da quattro, poi, non è il modello a Trieste, quello medio è il nucleo da due e lì gli aumenti spariscono». Per la cronaca oggi siamo poco più di 200mila per 100mila famiglie. Due persone in 80 metri quadrati, anziché i 318 euro previsti per quattro, andranno a spendere 227 euro di Tari a fronte dei 230 della Tares 2013, che ripulita a sua volta dei 24 euro di contributo statale sui servizi indivisibili ne valeva in teoria 206.
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