Tempi di crisi per il business dei ferrivecchi

In un anno il giro d’affari si è dimezzato. Prezzi bassissimi e pagamenti non più cash

POLA. Tempi duri per i venditori di ferrovecchio e altri rottami e rifiuti agli appositi centri di raccolta. Il “business” si sta sgonfiando causa il continuo calo del prezzo del petrolio a livello mondiale il che si riflette direttamente sull’ammasso. In base ad alcuni calcoli, da un anno a questa parte, esso si è dimezzato.

Una volta davanti al cancello dell‘azienda “Metis” che copre l‘intero territorio istriano pensionati, disoccupati e “cacciatori” di ferrovecchio per lo più di etnia Rom, facevano la fila nell'attesa di incassare qualche soldino per i loro “contributi”, mentre ora solo ogni tanto ne arriva qualcuno. Come spiega al Glas Istre il direttore del settore commerciale della Metis Josip Butorac, nel 2015 l’azienda ha raccolto in tutta l’Istria 40 mila tonnellate di rifiuti vari di cui la metà di ferro e altri metalli, 9 mila tonnellate di carta e cartone, 4 mila di vuoti di bottiglia, 600 di rifiuti elettronici, 550 di automobili da rottamare, 500 di vetro, 200 di pneumatici e 50 di lastre in amianto. Ecco alcuni prezzi di raccolta praticati ora: il ferro viene pagato circa 0,04 euro il chilogrammo, l'acciaio 0,6, la carta di giornale 0,4, le batterie d'automobili 0,4, gli elettrodomestici (lavatrici,frigoriferi, cucine economiche,fornelli) 0,05 euro sempre al chilogrammo,le automobili da rottamare 0,13, mentre il prezzo più alto lo raggiunge il rame che viene pagato 3,4 euro.

Sull'abbassamento della raccolta incide anche un altro fattore: il pagamento non avviene più sul posto, ma tramite conto bancario il che per molti raccoglitori rappresenta un fattore destimolante. Che fine fanno i rifiuti portati al centro di raccolta? Ovviamente si fa la differenziazione e quindi si tenta di riciclare il massimo possibile. I metalli finiscono per lo più nelle fonderie in Italia e Slovenia, la carta viene acquistata dalle aziende croate come pure la plastica. I rifiuti non riutilizzabili invece sono destinati alle discariche.

Un discorso a parte riguarda l'amianto: gli oggetti di tale materiali (soprattutto tubature e vecchie coperture dei tetti) causa la sua pericolosità per la salute, possono venir ritirati solo dalle aziende specializzate vincolate da un apposito contratto con il Fondo nazionale per la tutela dell'ambiente e l'efficienza energetica. Come spiega lo stesso Butorac, i cittadini possono portare liberamente al centro di raccolta anche i rifiuti per i quali non è previsto alcun pagamento, come vecchi mobili, infissi, materassi di cui possono sbarazzarsi senza portarli di nascosto nei boschi o nelle discariche illegali rischiando qualche multa oltre a inquinare l'ambiente.

(p.r.)

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