Testa di maiale, la Digos cerca gli autori

Nessun elemento utile dalle telecamere. Ascoltati i residenti delle abitazioni vicine al centro islamico di via Duca d’Aosta
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-08.08.2013 Fine del Ramadan-Via I maggio e Via Duca d'Aosta-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-08.08.2013 Fine del Ramadan-Via I maggio e Via Duca d'Aosta-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Le indagini condotte dalla Digos di Monfalcone e di Gorizia restano al momento inserite in un percorso inquirente contro ignoti. Il reato ravvisabile è pesante. Il riferimento è alla tutela della libertà di espressione, che include anche la fede religiosa. Si parte da una semplice “minaccia” fino a prefigurare le aggravanti. Il confine, in pratica, è quello innanzitutto di stabilire se l’abbandono davanti al Centro islamico Darus Salaam, in via Duca d’Aosta, di una testa di maiale, che chiama in causa aspetti profondi e delicati, sia frutto di una “bravata” oppure se invece si tratti di un gesto più lesivo, messo in atto con la volontà di “ferire”. Gli inquirenti stanno lavorando proprio in questo senso, per chiarire se quanto accaduto rappresenti un gesto insostenibilmente “goliardico” oppure piuttosto “intimidatorio”. Al momento, è stato riferito dall’Ufficio di Gabinetto della Questura di Gorizia, non risultano testimoni. Nè è risultato utile il sistema di videosorveglianza, dal quale non sono emersi elementi.

Il pezzo di carne non è stato recuperato dagli uomini della Digos, che, giunti sul posto l’altra mattina, non l’hanno trovato. La testa di maiale era stata rimossa, evidentemente per non lasciare che potesse continuare a “infierire” nei confronti delle sensibilità dei fedeli che stavano nel frattempo raggiungendo il Centro per la preghiera. Racchiusa in un sacco dell’immondizia e depositata in uno dei locali inutilizzati, quando si è trattato di consegnarla agli agenti, era sparita.

Le indagini restano aperte al fine di stabilire la gravità e quindi la portata di questo atto, una distinzione importante per contestualizzare le ipotesi di accusa.

Ciò che comunque viene tenuto in considerazione è il “messaggio” sotteso ad un gesto evidentemente oltraggioso, facendo presupporre in qualche modo l’intenzione di “colpire” una comunità di diversa etnia e “credo”. Una sorta di “intolleranza” circa la stessa presenza degli stranieri in città. Sono del resto le stesse modalità del macabro ritrovamento a “consegnare” questo tipo di lettura. Ma se di azione “goliardica” si dovesse trattare, rimane quantomeno una “minaccia”. La testa di maiale è pur sempre un simbolo molto forte e preciso, messa in relazione con un centro di culto musulmano.

Spetterà tuttavia all’autorità giudiziaria stabilire il reato e quindi inquadrare l’evento. Sicuramente tanto gratuito quanto disdicevole. Il questore di Gorizia, Lorenzo Pillinini, ha utilizzato espressioni forti per definire l’accaduto, facendo riferimento oltrechè ad una condotta assolutamente inopportuna, che rischia di inasprire una comunità, anche a comportamenti che tendono all’istigazione razziale.

Insomma, un fatto che rischia di alimentare un clima di tensione.

Gli uomini della Digos, l’altra mattina, sono giunti in via Duca d’Aosta per poter raccogliere i primi elementi. Sono stati ascoltati i fedeli che giunti al Centro islamico hanno trovato la testa di maiale davanti alla sede. Sono stati ascoltati anche gli inquilini delle abitazioni vicine alla ricerca di particolari per tentare intanto di capire proprio il contesto nel quale collocare il macabro abbandono. Al momento comunque non ci sono testimoni, nessuno ha visto alcunchè. Anche perché il pezzo di carne, ritenuto prodotto di macellazione, è stato trovato verso le 6 del mattino davanti alla sede islamica, evidentemente abbandonato nel corso della notte.

Le autorità inquirenti non sottovalutano nulla. Le indagini, è stato spiegato, sono mantenute aperte ad ampio raggio. Non è facile del resto individuare dove il pezzo di carne sia stato preso, proprio al fine di risalire a chi se l’è procurato.

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