Ticket richiesti nove anni dopo, è bufera

di Francesco Fain
Pareva fosse un caso-limite. Invece, a quanto pare, disavventure come quella vissuta nei giorni scorsi da un nostro lettore ce ne sono parecchie.
Due altri cittadini, fra cui il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Gradisca Donato Bellinello, si sono visti recapitare dall’Azienda sanitaria isontina la richiesta di pagamento di una prestazione specialistica del 2002. Sin qui nulla di strano. In tempi di vacche magre e di Corte dei conti con il fucile spianato sugli enti pubblici può essere considerato “normale” che si proceda con il recupero-crediti. Ma c’è un problema. I due pazienti (ormai spazientiti) avevano regolarmente pagato, a suo tempo, l’importo dovuto. Ma si sono visti, ugualmente, arrivare a domicilio la missiva. E a farli imbestialire è il tono a dir poco ultimativo. «Si rappresenta che il mancato adempimento nel termine indicato comporta l’avvio della procedura di riscossione coattiva mediante iscrizione a ruolo ed invio di cartella esattoriale da parte di Equitalia spa».
Apriti cielo. «Fortuna che abbiamo conservato la ricevuta di pagamento, altrimenti avremmo dovuto pagare (nella fattispecie 39,90 euro l’uno, 23,90 l’altro, ndr) nuovamente una prestazione specialistica di 9 anni fa. E mai possibile che debba essere il cittadino a dimostrare la sua correttezza mentre gli enti pubblici sparano sempre nel mucchio?» Non solo. Bellinello ha dovuto sorbirsi due trasferte a Gorizia per confrontarsi con la dirigente. «Visto che continuavano a dirmi che non risultava l’avvenuto pagamento, ho chiesto di parlare con la responsabile ma non sono riuscito a trovarla. Ho parlato allora con un altro dirigente “istituzionalmente” maleducato e, quindi, con un dipendente dell’Ass che si è rivelato l’unico premuroso. Chiaramente, resto guardingo e attento riguardo all’evolversi dell’incredibile situazione».
A complicare il quadro un non meglio precisato “guasto informatico” che ha reso impossibile, a detta gli operatori, ogni verifica sull’avvenuto pagamento. C’è poi la questione di coloro che sono esenti dal pagamento del ticket. E anche con questi, come la mettiamo? Viene richiesto loro un pagamento cui non sono tenuti. L’Ass si scusa, innanzitutto. E fa sapere, attraverso il suo ufficio stampa, che è impossibile effettuare controlli sull’esenzione. «Bisognerebbe risalire alla ricetta dell’epoca che viene conservata in un archivio a Udine ed è un’operazione immane: meglio lasciar perdere - spiega Adelchi Scarano -. Per questo, abbiamo deciso, e non l’abbiamo fatto a cuor leggero, di inviare la lettera a tutti coloro che risultano non aver pagato i ticket. Una scelta obbligata visto che non possiamo incorrere nel danno erariale. Poi, se gli utenti dimostreranno che hanno già pagato, non succederà nulla: li chiederemo scusa. Purtroppo, non riusciamo a trovare un modus operandi diverso».
Quanto ai toni ultimativi, l’Ass evidenzia che si tratta di «formule di rito» che vengono utilizzate proprio per spingere al pagamento. Ma quante lettere sono in arrivo? «Ne sono partite oltre 200 ed entro la fine dell’anno saranno un migliaio - conclude il responsabile dell’ufficio stampa dell’Azienda sanitaria -. Riguardano soltanto l’anno 2002: le prestazioni non pagate in quei dodici mesi andrebbero infatti in prescrizione nel 2012. Poi, negli anni prossimi, si procederà con il recupero-crediti delle altre annualità».
Il rischio è che si verifichino casi in serie di questo tipo, con ovvie lagnanze (e mal di pancia) da parte del paziente spazientito.
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