Torna la Festa di San Vito Rivive l’antica chiesetta cancellata dalle granate

L’omaggio al patrono del rione rinnova la tradizione della comunità L’edificio religioso cinquecentesco abbattuto durante la Grande Guerra 

la storia



È una tradizione che guarda al passato antico della città. Si rinnova domani, alle 20, con la messa all’aperto celebrata negli spazi della ditta Bertinazzi, la festa di San Vito, patrono dell’antico rione di Ronchi dei Legionari dove sorgeva la cinquecentesca chiesa dedicata al santo e che aveva, all’esterno, anche un piccolo cimitero. Nel 1735 il parroco Antonio Veronese la definì “San Vito capo di sotto” e informò gli abitanti che essa possedeva dei beni dai quali ricavava 17 “pesenali” di frumento e la metà del vino prodotto dal suo colono. Nel cimitero fu sepolto, secondo gli studi effettuati da Silvio Domini, il naturalista don Leonardo Brumati, morto il 23 agosto 1855 proprio nel rione dove risiedevano i suoi familiari.

Molti non sanno chi era Leonardo Brumati. Nemmeno a Ronchi dei Legionari, dove l’abate, naturalista e botanico era nato il 4 agosto 1774. Donò le proprie cose ai fratelli e ai nipoti con un dettagliato testamento, scritto di pugno con nitida grafia il 4 agosto 1855, di cui nominò esecutore l’amico Antonio Bruschina. Destinò «con grato animo» a don Giobatta de Dottori e alla sua famiglia, l’erbario, citato da Pier Andrea Saccardo e Giovanni Fornaciari, conservato al museo friulano di storia naturale.

La chiesetta fu distrutta durante la Prima guerra mondiale. Resta, oggi, una bella immagine scattata nel 1910 nella quale si può ammirare il campanile a vela della chiesa. Qui, nel 1983, fu posta una stele in ricordo di un tesoro che non c’è più e che fa parte di un passato che rivive proprio attraverso questo genere di iniziative. È stato monsignor Mario Virgulin, allora parroco di San Lorenzo, a volere la sistemazione di una lapide a ricordo dell’edificio religioso. Alla fine del dicembre 2015 il fotografo ronchese Federico Leban ha avuto il grande pregio di aver permesso a tutti di ripercorrere un’importante pagina della storia cittadina che continua a vivere attraverso le sue immagini. Si tratta di ricordi dal sapore antico ma legati alla tradizione e alla fede comunitaria. Leban, infatti, ha donato due grandi opere di foto pittura, larghe 110 centimetri e alte 160, alla parrocchia di San Lorenzo. Sono frutto di accurate ricerche, di una fedele riproduzione e di un’attenta elaborazione che hanno richiesto molte ore di lavoro.

I quadri riproducono San Silvestro e San Vito, ai quali erano dedicate le due chiesette ronchesi ormai scomparse. Quella di San Silvestro era situata lungo l’attuale via Roma, mentre quella di San Vito rivive attraverso il foto dipinto custodito nella parrocchiale di San Lorenzo, ma anche nei cuori di quanti parteciperanno alla celebrazione di domani. Il rione di San Vito, una delle zone storiche di Ronchi dei Legionari, una di quelle maggiormente legata al passato agricolo della cittadina, è stato al centro di importanti trasfomazioni, interventi che se da un lato hanno permesso la realizzazione di nuove residenze, dall’altro hanno puntato al recupero del patrimonio edilizio esistente.—



Riproduzione riservata © Il Piccolo