Tra le ricette di famiglia e gli autografi all’esercito di fan
Buona la prima. Benedetta Parodi fa il pieno. Per accaparrarsi un autografo della conduttrice del programma di Real Time "Bake off Italia", in piazza Sant'Antonio, donne e ragazze si sono assembrate ai piedi del palco e non è mancato qualche spintone. È iniziato con il botto il Salone del Gusto organizzato da Venezie Post in collaborazione con Il Piccolo. E oggi, a Gusti di Frontiera 2015, si replicherà alle 17.15 con Carlo Cracco.
Intervistata dal caporedattore del Piccolo Maurizio Cattaruzza, Benedetta Parodi ha presentato in anteprima il nuovo libro "Ricette in famiglia". «Il boom della cucina - ha detto - si spiega perché è una cosa che riguarda proprio tutti, nel senso che a sera ognuno di noi si chiede che cosa mangiare. Mangiare non è solo un piacere, è tante cose insieme; è condivisione, cultura, allegria. Di tante mode che sono nate in televisione, e magari erano anche un po’ stupide, questa sicuramente è una moda che fa bene perché spinge le persone a cucinare invece di comprare qualcosa di pronto. Aiuta a preservare le identità delle varie regioni. È una cosa molto bella. Arriverà il momento in cui ci si stuferà di tutti i programmi televisivi, e magari di tutti i libri che escono, ma resterà un argomento sempre interessante per la gente, un po' come il tempo».
L'ex giornalista ha raccontato come è passata dalla conduzione di Studio Aperto al programma “Cotto e mangiato” e ha mostrato anche il lato umano della star dei fornelli. «La distrazione è un classico in cucina: i crostini di pane li brucio regolarmente. Gli errori sono più che umani e fanno parte un po’ di tutti noi. Ci sta che bruci il centro del tacchino ripieno e ti devi inventare un’altra cosa. Sono cose che succedono anche a me e molto spesso. La cucina è bella anche per questo. Se sbagli butti via, non sei un cardiochirurgo. Te ne fai una ragione anche se in casa poi mi prendono in giro».
Benedetta Parodi ha spiegato anche il segreto per non annoiare. «Dopo sei libri di cucina, le ricette classiche le ho fatte un po’ tutte, quindi mi piace girare un po’ e trovare menu differenti anche perché si possono trovare spunti diversi. Mi piace ad esempio andare a vedere le ricette americane. Abbiamo sempre l’idea che gli americani facciano una cucina di soli hamburger. Invece ci sono dei procedimenti e delle cose carine. In America, in realtà, è approdata tutta la tradizione della cucina europea e le ricette antiche sono state un po' cambiate e rimodernate».
Stefano Bizzi
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