Tragedia Incoronate: "Bomba Nato uccise i 12 pompieri"

L’unico vigile del fuoco sopravvissuto alla tragedia delle Incoronate: «Colpa di un ordigno inesploso. Le vittime rrano di Sebenico, Stretto (Tisno) e Vodice

SEBENICO

La tragedia dell’Incoronata si deve a una bomba della Nato, la cui esplosione ha causato la morte di 12 vigili del fuoco di Sebenico, Stretto (Tisno) e Vodice. A quattro anni di distanza dalla più terribile vicenda nella storia dei pompieri della Croazia, avvenuta il 30 agosto del 2007, si è fatto vivo l’unico sopravvissuto alla strage, il giovane sebenzano Frane Lucic, rivoltosi alla tv pubblica per dire che la teoria del cosiddetto incendio eruttivo che avrebbe ucciso i suoi colleghi non è esatta, né lo sarebbe l’ipotesi sull’improvvisa perdita di carburante da un elicottero giunto in soccorso sull’isola dalmata.

«Sono dell’opinione – ha spiegato Lucic - che la tragedia abbia avuto origine da un ordigno dell’Alleanza atlantica, sganciato nel 1999 sull’Incoronata dopo i bombardamenti della Nato contro la Serbia».

Secondo Lucic, che porta sul volto e su varie parti del corpo i segni delle gravi ustioni avute, si tratterebbe di una bomba d’aereo, una CBU 87.

«Le foto delle vittime – ha proseguito Lucic – mostrano lesioni identiche, che non hanno a che fare con il fuoco. Si vedono ferite molto profonde, mentre intorno la pelle e il tessuto muscolare non risultano danneggiati. Posso dire che non mi ricordo dell’esplosione».

La tesi delle bombe gettate sull’arcipelago delle Incoronate ha un padre e si tratta dell’ufficiale a riposo delle Forze armate croate, Nediljko Pusic. Per mesi Pusic ha studiato a fondo quanto avvenuto quel giorno maledetto, con la squadra di vigili del fuoco, tra cui diversi minorenni e un obiettore di coscienza, inviata sull’Incoronata per spegnere un rogo di modeste proporzioni, un pò d’erba secca, qualche cespuglio di macchia mediterranea e nulla più.

Lo scorso febbraio Lucic è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Ivo Josipovic, al quale ha consegnato istantanee e altro materiale definito probatorio raccolto dall’ex ufficiale. Il capo dello Stato ha dichiarato che queste fotografie e il materiale non rappresentano una novità assoluta, aggiungendo che comunque li sottoporrà all’attenzione della Procura. Lucic aveva fatto presente al presidente Josipovic di essere certo che i suoi 12 colleghi non erano stati uccisi dalle fiamme, come invece a suo tempo aveva concluso un team di periti, al termine di indagini durate otto mesi.

Circolano voci in Croazia che 12 anni fa velivoli della Nato avrebbero sganciato una o più bombe non utilizzate durante i raid in Serbia, lanciandole sulla principale isola dell’arcipelago. Ciò in quanto gli ordigni non avrebbero consentito ai piloti degli aerei di atterrare nella base di Aviano.

Da aggiungere che lo scorso novembre a Zara è cominciato il processo per la tragica morte dei 12 pompieri. L’unico accusato è il 43.enne Drazen Slavica, ex comandante dei vigili del fuoco della Regione di Sebenico.

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