Tram, in piazza Oberdan stazione a rischio stop

Mentre il sindaco Cosolini ha annunciato di recente la ripresa della trenovia «tra la fine dell’anno in corso e l’inizio del 2014», il tram di Opicina rischia di restare per mesi senza la stazione di piazza Oberdan. Una serie di intoppi burocratici legati alla liquidazione di Amt mettono in bilico i contratti d’affitto con i quali nella struttura operano sia l’edicola che il bar. Una sfortunata coincidenza potrebbe così far combaciare la ripartenza del tram con la desertificazione della stazione.
L’edificio al capolinea dei binari è di proprietà del Comune e in concessione gratuita ad Amt. I contratti di locazione di bar e edicola, stipulati con Amt, scadono il 31 dicembre. Dopo la fusione con Esatto, Amt è stata messa in liquidazione. Esatto con la questione degli affitti in essere nella stazione del tram non ha nulla a che vedere, giacché ha inglobato solo il ramo d’azienda relativo ai parcheggi. «Nessuno è stato in grado di darci delle garanzie, nessuno può rinnovare il nostro contratto”, spiegano Federico Gladulich e Franco Varagnolo, rispettivamente gestori del bar e dell’edicola. «Il 31 dicembre ce ne andiamo, a quella data non avremo più titolo per restare».
L’unico loro interlocutore al momento è il liquidatore di Amt, il commercialista Stefano Podda. «Ci è stato detto – spiega Varagnolo – che fino a che la liquidazione non è terminata l’immobile non può tornare nella disponibilità del Comune. E a quel punto per assegnare i contratti d’affitto delle due realtà commerciali l’amministrazione comunale dovrebbe appena indire una gara d’appalto». Si annunciano insomma tempi lunghi. «La possibilità prospettataci dal liquidatore – spiegano i due gestori – è di proseguire dopo la fine del contratto di locazione mese per mese, senza certezze, navigando a vista. Ma per chi ha un’impresa questo è impossibile».
Barista e edicolante lamentano anche un calo evidente del lavoro da quando il tram ha smesso di funzionare. Gladulich lavora dietro a quel banco da 23 anni, Varagnolo da 17. La stazione, oltre a quella di punto di ristoro, ha sempre avuto la funzione di dare informazioni e di vendere i biglietti per il tram anche la domenica mattina fino alle 14. «Diciassette anni fa, quando ho cominciato a lavorare in questa edicola – ricorda Varagnolo – singolarmente io e il bar pagavamo un milione di lire al mese d’affitto incluse le spese. Riuscivo a portarmi a casa una paga da 2 milioni al mese».
Poi le cose sono cambiate: le due attività pagano 1.200 euro al mese di locazione, escluse le spese. «Ma la mia paga mensile – dichiara l’edicolante – è di 1.400 euro al mese. I canoni non sono competitivi con le tariffe del mercato». Ora il Comune ha trovato i 900mila euro necessari a rimettere in moto le vecchie carrozze, che dovrebbero ripartire come detto fra la fine dell'anno e l'inizio del 2014. Proprio in concomitanza con la chiusura delle due attività.
«Non ho affrontato il problema – spiega Matteo Montesano, assessore comunale al Bilancio – immagino che la struttura tornerà in capo al Comune che poi attiverà le procedure per riaffidare la gestione delle attività. Siamo a luglio – valuta – entro la fine dell’anno si troverà una soluzione. Bisogna verificare se il Comune possa riprendersi in tempi più stretti la stazione».
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