«Tram, poche corse di prova e errori di sottovalutazione»

Lapalissiano: «Se il tram non va qualcosa non ha funzionato. E qualcuno ha sbagliato». Ma che cosa, e chi? Ecco: «Potessimo tornare indietro, useremmo maggiore determinazione nel rivendicare esigenze tecniche», ovvero la necessità di tempi più lunghi per le prove. E ancora: «Riconosciamo di essere incorsi in alcune sottovalutazioni». Quelle che hanno generato le clamorose false partenze del tram di Opicina inaugurato, fermato, riavviato e di nuovo stoppato. Fino alla settimana di Ferragosto, è la prognosi delle ultime ore. Perché saranno quelli i giorni in cui la trenovia si rimetterà definitivamente in moto. «Salvo imprevisti», si affrettano ad aggiungere Cosimo Paparo e Giovanni Longo, amministratore delegato e presidente di Trieste Trasporti. Dopo la figuraccia (ma «nell’ambito di un contesto particolare» di un impianto complesso e di «vetture di età media pari a ottant’anni», obietta Paparo), meglio usare prudenza in attesa di archiviare quella che i vertici di Trieste Trasporti rubricano alla voce «operazione non perfetta» tirando le somme di una vicenda dove di mancanze se ne contano: dalla componente elettronica trascurata durante il lungo fermo, alle tempistiche richieste per i collaudi da parte dell’Ustif, che Trieste Trasporti - ammette Longo - aveva sperato essere più brevi di quanto in effetti si siano rivelate.

Paparo e Longo dunque spiegano e chiariscono. Partendo dai guasti. Quello all’elettronica e quello della fune fuoriuscita dai rulli. Per quest’ultimo capitolo prevale l’ipotesi che a causare l’inconveniente sia stato un cedimento della massicciata, al cui rincalzo si sta provvedendo a mano mentre i tecnici valutano l’opportunità di modificare l’assetto dei rulli. Quanto al problema elettronico, «me ne assumo la responsabilità - dice Paparo - ho sottovalutato l’impatto del fermo di quasi due anni: avrei dovuto pensare a un test completo di tutte le vetture». Fattore che Paparo unisce al «non avere inserito da subito competenze professionali specifiche» sull’elettronica nel personale che del tram si occupa. Ma tant’è: i tecnici ora - con un team esterno - sono al lavoro per un check completo. E sabato - salvo imprevisti, beninteso - è previsto l’avvio delle corse di preesercizio da protrarre per una decina di giorni. Perché a monte dei guasti, il nodo secondo i vertici di Tt è proprio questo: «Troppo breve il periodo» delle prove effettuate prima dell’inaugurazione dell’11 luglio.
Ma è possibile che in quasi 700 giorni di fermo non ci sia stato modo di programmare? Longo non fa nomi, dribbla le polemiche. Non cita il sindaco Cosolini e i suoi fiduciosi annunci di ripresa delle corse, cita semmai le 10mila firme raccolte per il ritorno del tram. Ma insomma, «abbiamo sentito la pressione della città, si respirava un clima di attesa. Non voglio deviare il tiro, sia chiaro, ma in base a una serie di elementi ci siamo sentiti di fare tutto il possibile per accelerare i tempi». E giacché gli ultimi lavori al binario, al quadrivio di Opicina, sono stati realizzati a fine giugno, «il preesercizio si è protratto per pochi giorni lungo la tratta intera, prima dell’inaugurazione». Troppo pochi per poter «stressare» le vetture come ora ci si ripromette di fare: «Dobbiamo prenderci il tempo utile e necessario per effettuare 41 corse giornaliere, così come prevede il servizio regolare, e con il tram zavorrato» come fosse a pieno carico, conclude Paparo. A partire da sabato, appunto, «se tutto andrà bene».
Trieste Trasporti intanto attende l’arrivo dei tecnici dell’Ustif. Che non hanno ancora concluso il proprio lavoro: torneranno l’11 agosto per controllare la quinta vettura, quella che manca all’appello, dopo i collaudi effettuati il 10 luglio sulla prima e il 21 su altre tre. Un’altra ammissione: «In effetti pensavamo che sarebbe stato sufficiente il collaudo su una vettura, invece i tecnici dell’Ustif ci hanno precisato di volerle visionare tutte», dice Paparo. E se il sindaco aveva avuto parole stizzite scoprendo che il collaudo non era completato, «che fosse in corso al sindaco l’avevamo detto», dice Longo, anche se «pensavamo che i tempi sarebbero stati più brevi». Lo stesso sindaco, però, oggi è tornato sulla vicenda e, in risposta a un tweet, lascia intendere che la vicenda non finisce qui.
@ardovig @abollis credo che avrò ancora qualcosa da dire e da fare sulla vicenda
— Roberto Cosolini (@RobertoCosolini) 31 Luglio 2014
Fin qui l’operazione «non perfetta». Ma «voglio sottolineare la brevità dei tempi occorsi per i lavori da quando abbiamo avuto la disponibilità dei fondi: di questo ringrazio tutti i componenti dell’azienda», dice Longo. Che riconosce le «sottovalutazioni» ma si «dissocia, anche come cittadino», da valutazioni «ingenerose» sull’azienda: «È giusto parlare del tram, ma è giusto anche ricordare i 13 milioni di chilometri all’anno che i bus di Trieste Trasporti percorrono offrendo un servizio di qualità eccellente». In attesa del ritorno eccellente del tram, appunto.
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