Trasferiti i Mig 21 A Pola chiude l’aeroporto militare

La destinazione d’uso dell’area abbandonata resta incerta C’è chi ipotizza la nascita di un’accademia per piloti

POLA

Nell'ambito della demilitarizzazione dell'Istria avviata con la ristrutturazione delle Forze armate croate, viene chiuso l'aeroporto militare di Altura. Gli uomini e i pochi aerei che erano di stanza, sono già stati trasferiti alla base aerea di Pleso a Zagabria. La notizia è stata ufficializzata all'ultima seduta dell'Assemblea regionale. Qualcuno mette in relazione tale passo con la necessità di assegnare più spazio a Pola, al progetto Brioni Riviera. L'ipotesi comunque viene respinta dai vertici del Ministero della difesa che smentiscono anche le voci sull'eliminazione dell'aviazione dalle Forze armate. Le strutture rimaste vuote verranno messe a disposizione dell'aeroporto civile. Al momento si fanno solo supposizioni sul loro futuro impiego. Si parla di ricavarne un centro per l'assistenza e riparazione dei velivoli, uno scalo per voli cargo oppure un'accademia per futuri piloti. Interessante la storia di questo aeroporto.

Qui sulla piana di Altura, la pista di decollo e atterraggio in erba è stata usata dalla Prima alla Seconda guerra mondiale quando rimase seriamente danneggiata. Dal 1954 al 1967 la base aerea ha avuto esclusivamente carattere militare. Poi, in seguito all'accordo raggiunto tra l'allora Armata federale jugoslava, il Comune di Pola e l'aeroporto di Lubiana la struttura è stata trasformata in base aerea a impiego misto, civile e militare. Qualcuno ricorda che negli 70 e 80 qui erano di stanza fino a 80 velivoli militari, tutti in perfetta efficienza. Alla vigilia della disintegrazione della Jugoslavia, con l'Armata federale schieratasi a fianco di Slobodan Milosevic, dallo scalo di Altura si alzava spesso nel cielo una squadriglia militare composta da pochi Mig e da una decina di Galeb, ora finiti in museo o al ferrovecchio.

Queste manovre venivano intese come una dimostrazione di forza e intimidazione nei confronti della cittadinanza per la quale le forze armate jugoslave stavano diventando un nemico, con chiari propositi di occupazione territoriale. Anche se come detto i vertici militari croati assicurano che non intendono rinunciare all'aviazione, il futuro dell'arma rimane alquanto incerto, soprattutto per un motivo di costi. (p.r.)

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