Sequestrati 30 chili di oppio nel porto di Trieste: erano nascosti in un finto braciere

Il carico si trovava dentro gli scatoloni di un tir proveniente dal porto turco di Mersin. Accertamenti in corso

Il carico sequestrato (foto Guardia di Finanza)
Il carico sequestrato (foto Guardia di Finanza)

I militari della Guardia di Finanza di Trieste e i funzionari dell’Agenzia delle Dogane hanno sequestrato nel porto di Trieste 30 chili di oppio in pasta, omogeneamente distribuito all’interno di involucri plastificati e, a loro volta, inglobati sia in mattoni refrattari sia in oggetti in resina costruiti all’occorrenza: una sorta di “vestito su misura”.

In particolare i finanzieri, nel corso di un controllo doganale effettuato nei confronti di un tir proveniente dal porto turco di Mersin, precedentemente individuato nella fase delle analisi di rischio quotidianamente svolte hanno passato in rassegna l’intero carico, totalmente composto in Iraq, hanno rinvenuto quattro scatoloni, il cui contenuto, costituito da mattoni e oggetti in ceramica, una volta assemblato, avrebbe riprodotto un braciere decorativo.

I finanzieri, insospettiti, hanno così proceduto allo smontaggio dei mattoni, rinvenendo al loro interno, protetta con della pellicola, 30 kg di oppio. Proseguendo nella ricerca, la stessa sostanza è stata altresì individuata in ulteriori sei scatoloni, all’interno dei quali erano stati riposti numerosi oggetti in resina realizzati ad arte. Sono in corso accertamenti, anche in altri stati europei, al fine di individuare i reali soggetti, destinatari e mittenti dell’illecito trasporto che, affidato ad un’azienda di spedizioni internazionali irachena, era doganalmente destinato a una società di logistica situata nei Paesi Bassi prima di entrare in possesso di soggetti al momento celati dietro nomi di fantasia.

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