Tricolori, inno e bersaglieri per il 67.mo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia

la ricorrenza
Con un solenne alzabandiera in piazza Unità, la città ha dato il via ieri mattina alla giornata dedicata al 67.mo anniversario del proprio ricongiungimento all’Italia. La cerimonia - svoltasi al cospetto di numerose autorità territoriali, a cominciare dal prefetto Valerio Valenti, per proseguire con il presidente del Consiglio regionale Mauro Zanin, accompagnato dagli assessori Alessia Rosolen e Fabio Scoccimarro, e il sindaco Roberto Dipiazza fresco di conferma, ai quali si sono affiancati diversi consiglieri comunali e regionali e vari rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma con i rispettivi labari - ha visto protagonista un picchetto del Piemonte Cavalleria, messo a disposizione dal Comando dell’Esercito del Fvg, che ha sfilato davanti al Gonfalone della città, scortato da una rappresentanza del corpo della Polizia locale. Alla cerimonia hanno assistito cittadini e turisti. Nel momento dell’alzabandiera nella piazza è stato diffuso, per sottolineare la solennità del momento, l’inno di Mameli, mentre sulle Rive, per qualche minuto, è stato interrotto il normale fluire delle auto. In quel 26 ottobre del ’54 - è stato ricordato nell’occasione - piazza Unità fu invasa fino dalle prime ore del mattino da migliaia di triestini, convenuti per salutare i primi drappelli dell’Esercito italiano. Ma giunsero dal mare anche alcune navi della Marina, che attraccarono davanti al molo Audace, mentre in cielo sorvolarono la città alcuni aerei. Le manifestazioni di gioia per il ritorno di Trieste all’Italia si protrassero per l’intera mattinata, coinvolgendo la popolazione in un tripudio di bandiere tricolori.
Nel tardo pomeriggio si è svolto quindi il rito dell’ammainabandiera, coinciso con l’arrivo della “Staffetta Cremisi della Pace”, che unisce idealmente Trento e Trieste, organizzato dall’Associazione nazionale dei Bersaglieri nell’ambito delle cerimonie per il centenario della traslazione del Milite ignoto all’Altare della Patria, che avvenne nell’ottobre del 1921 e vide protagonista Maria Bergamas, madre di Antonio, arruolatosi come volontario nell’Esercito italiano dopo aver varcato clandestinamente i confini dell’Impero austro- ungarico. Fu lei infatti a scegliere la bara che poi fu traslata all’Altare della Patria, fra le 11 che contenevano i resti di altrettanti dispersi senza nome, raccolti sui campi di battaglia e nei cimiteri militari.
Nella zona della fontana un gruppo ha invece manifestato per il Tlt sventolando l’alabardata, controllato a vista dalle forze dell’ordine.—
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