Trieste, bufera sul sindaco Dipiazza per il saluto al raduno neofascista
Il primo cittadino parla al comizio di Forza Nuova. Il Pd: «Grave e preoccupante». Ma lui tira dritto: "Lo rifarei"

Foto Bruni 24.02.2018 Forza Nuova alla marittima con Fiore
TRIESTE. A Trieste c’è Roberto Fiore. Condannato nel 1985 per banda armata e associazione sovversiva come capo di Terza posizione, movimento neofascista di fine anni Settanta. Roberto Dipiazza decide però di fare «il sindaco di tutti», così si giustificherà poi, e di portare il saluto della città in occasione della presentazione dei candidati alle politiche di Italia agli italiani, lista della destra radicale cui partecipa anche Forza Nuova, di cui Fiore è fondatore e segretario nazionale. Una decisione che scatena le reazioni del Pd. Durissime quelle dell’ex sindaco Roberto Cosolini e della presidente della Regione Debora Serracchiani.
«Il sindaco della mia città si può proprio vergognare», dice il predecessore. «Ma si rende conto che Forza Nuova è un movimento dichiaratamente fascista e razzista, per non dire nazista? - prosegue -. E sa chi è Roberto Fiore? Oppure sa e gli va bene così, ma allora finisca di autocelebrarsi con il concerto dei tre presidenti. Valori fondamentali quali libertà, tolleranza, rispetto e convivenza di genti, culture, razze, religioni, idee - conclude l’ex sindaco - non sono negoziabili. Se si sta con questi valori, lo si fa in modo convinto e intransigente. Non si fa commercio».
Il passato di Fiore, Dipiazza preferisce non commentarlo. «Non mi interessa - ribatte -. Io ho solo salutato delle persone. E non ho alcun problema ad averlo fatto, anzi. Perché ho sollecitato il ritorno ai nostri valori: patria, famiglia, lavoro, educazione».
Ma il sindaco sceglie anche di contrattaccare. Ricorda i recenti incidenti di Piacenza e Torino, con la reazione dei centri sociali alle iniziative di CasaPound e le forze dell’ordine picchiate e ferite. «Io che sono contro tutte le violenze sono scandalizzato da questi fatti, dagli agenti picchiati selvaggiamente e che rischiano la vita. E chiedo al centrosinistra che cosa direbbe se azioni del genere le avessero fatte i fascisti. Avremmo tutta l’Italia in piazza». Dipiazza smentisce che sia stato Fabio Tuiach, l’ex consigliere comunale leghista transitato in Forza Nuova, ad avergli chiesto l’intervento: «Sono grande e vaccinato, decido da solo». E insiste: «Chi contesta si preoccupi invece dei centri sociali che si comportano in maniera indegna».
Ma anche Debora Serracchiani, che pure rende merito a Dipiazza per «aver saputo unire la città sulle cose da fare», non digerisce. «Sono preoccupata, delusa e molto dispiaciuta per la decisione del sindaco di portare il saluto di Trieste a una manifestazione di estrema destra - commenta la presidente -. Vorrei continuare a ricordarlo come il sindaco che ha detto di aver chiuso il Novecento a Trieste con il concerto dei tre presidenti». Secondo Serracchiani, è però «incomprensibile questo omaggio istituzionale a un movimento guidato da un personaggio che resuscita fantasmi, evoca violenze d'altre epoche e divide la città. Non posso credere che Dipiazza si riconosca nelle parole d'ordine del neofascismo. Lo invito quindi a ripensare all'errore commesso». Pure la segretaria regionale del Pd Antonella Grim e il segretario di Trieste Giancarlo Ressani definiscono la presenza del sindaco alla manifestazione della destra «un atto grave e inaccettabile. Trieste non ha bisogno di aprire vecchie ferite».
A centrodestra c’è invece chi sta con Dipiazza. Ma anche chi ammette di non condividere. «Al suo posto non lo avrei fatto - dice il forzista Bruno Marini -. Peraltro nel centrodestra ha destato molta perplessità anche il sopralluogo fatto il giorno prima con Serracchiani a Grignano. Inopportuno a una settimana dalla sfida in cui è impegnato Renzo Tondo, di cui Dipiazza è stato compagno di banco in Consiglio regionale».
Pure il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, che non aveva partecipato in municipio al raduno della Decima Mas (presenti altri esponenti di giunta) né al corteo di CasaPound nel Giorno del ricordo (presente la consigliera Serenella Ferrari), fa sapere che si sarebbe comportato in maniera diversa: «Al bar, lo dico come concetto generale, puoi incontrare chiunque. Ma nelle occasioni pubbliche no. Anche se non mi sento minimamente di criticare Dipiazza. Sono scelte personali e, come tali, vanno rispettate».
Il sindaco di Monfalcone Anna Maria Cisint, al contrario, sta con il collega Dipiazza; «Sconvolge che Serracchiani e la sinistra, privi di argomenti, aggrediscano una persona equilibrata e capace come il sindaco di Trieste. Anziché di qualcosa che non c’è più, si preoccupino di rispondere ai cittadini, in primis sulla sanità».
Anche Fabio Scoccimarro (FdI) sta con Dipiazza, mentre i vertici di Forza Italia e Lega: «L'atteggiamento di questa sinistra - afferma Scoccimarro - è un fallo da frustrazione in vista della sonora sconfitta che si prospetta. Qualcuno li avvisi che siamo nel 2018 ed è necessario occuparsi dei problemi degli italiani invece di fare sedute spiritiche collettive per evocare fantasmi».
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