Trieste, centro commerciale in vendita ad Altura. Rivolta dei residenti

Un migliaio di firme per sollecitare l’intervento di Dipiazza «Non va modificato l’utilizzo». E c’è già un’offerta da 1 milione
Silvano Trieste 09/10/2017 Altura l'ex palazzo della Coop
Silvano Trieste 09/10/2017 Altura l'ex palazzo della Coop

Il liquidatore giudiziale delle Cooperative Operaie, avvocato Maurizio Consoli, pubblica un avviso di vendita competitiva relativo all’edificio che ospita il centro commerciale in via Alpi Giulie ad Altura. Nel bando chiarisce che è pervenuta un’offerta d’acquisto per un milione di euro, a comprendere stabile e corte per 4282 metri quadrati.

Le proposte “sfidanti” debbono essere recapitate allo studio di Consoli, in via del Coroneo 5, entro il mezzogiorno di venerdì 10 novembre, corredate da deposito di cauzione non inferiore al 10% del prezzo offerto. Nel caso vi siano più “candidature” all’acquisto dell’asset immobiliare ex Cooperative Operaie, Consoli procederà a gara “informale” a colpi di rilancio perlomeno di 10mila euro.

E i proprietari privati di Altura, che una ventina di giorni fa avevano già segnalato la loro preoccupazione per la sorte del centro commerciale, avevano avuto sentore che la macchina liquidatoria si sarebbe messa in moto. Era allora partita una raccolta di firme, che ieri pomeriggio sfiorava le mille sottoscrizioni e che sarà consegnata stamane al protocollo del Comune. I promotori chiedono un incontro urgente al sindaco Dipiazza affinché prenda in mano la situazione.

Angelo Ferri, portavoce dei proprietari (che sono complessivamente 686), spera che il Municipio scenda in campo trovando un “mecenate” in grado di rilevare i cinque livelli, di cui consta il centro commerciale. Il timore è che il centro stesso venga definitivamente spolpato e destinato a un utilizzo differente da quello originario, che i residenti restino privi di un luogo che garantisca un po’ di vita sociale a un rione che rischia di trasformarsi sempre più in un dormitorio periferico. Chiusi gli ambulatori, chiusi i negozi, chiuso il supermercato e venduta la dotazione impiantistica, nella struttura di via Alpi Giulie avanza ovunque il degrado: la stessa offerta di 1 milione lo testimonia, in quanto è inferiore alla metà del valore peritale pari a 2 milioni 570mila euro, stimato nel 2015. I residenti - denuncia Ferri - sono costretti ad andare per ogni commissione a Borgo San Sergio o a Cattinara.

A dare il colpo di grazia alla scarsa sociabilité rionale, le lettere pervenute allo “storico” Club Altura e al bar, affinché entro la fine del mese lascino i locali, in modo tale che l’asta del 10 novembre possa svolgersi con lo stabile il più possibile “alleggerito”. Resteranno solo l’edicola-tabacchi al piano terra e la farmacia al quarto piano.

Ai promotori della petizione, destinata a sollecitare l’interesse del sindaco, preme sottolineare che l’esistenza del centro commerciale ad Altura non è un loro capriccio, ma una realizzazione prevista sin dagli albori del rione. Prevista non solo nelle carte private, ma addirittura a livello istituzionale: Ferri estrae la copia della delibera del Consiglio comunale n.710/1968, che dà il via libera alla convenzione tra Comune e Vincenzo Sori, proprietario dei terreni interessati ai piani Peep.

Lasorte Trieste 20/06/17 - Il Piccolo, Forum con il Sindaco Roberto Dipiazza
Lasorte Trieste 20/06/17 - Il Piccolo, Forum con il Sindaco Roberto Dipiazza

L’articolo 2 di questa convenzione programma al quarto comma che «... il proprietario si impegna a costruire a sua cura e spese altresì un centro commerciale, come indicato nel progetto ..., avente un volume di circa mc 9400» allo scopo di «rendere subito autosufficiente la zona, per quanto riguarda i generi di prima necessità». Nel dibattito intervennero tra gli altri per il Pci i consiglieri Burlo, Calabria, Monfalcon, per il Msi Morelli, per il Pli Trauner, ai quali replicò il sindaco democristiano Marcello Spaccini: 37 i sì, 10 gli astenuti. Una convenzione tra Comune e Habitat, l’azienda costruttrice del nuovo rione, venne firmata l’anno successivo dallo stesso Spaccini davanti al notaio Pastor: anch’essa contemplava l’edificazione del centro commerciale.

«Tutto questo per documentare - spiega Ferri - che noi proprietari, nell’acquistare gli appartamenti, pagammo anche il valore del servizio offerto dal centro commerciale. Cioè, il centro commerciale faceva parte del progetto Altura e ne era, a livello di urbanizzazione secondaria, un fattore rilevante. Eliminarne la presenza e la funzione significa smentire il senso dell’operazione immobiliare impostata mezzo secolo fa con il timbro del Comune. Dipiazza ne tenga conto».

 

Riproduzione riservata © Il Piccolo