Trieste, in Val Rosandra riapre lo storico rifugio Premuda

Terminato il cantiere della Società Alpina delle Giulie nell’edificio di proprietà. Individuato il gestore che dovrà sottoscrivere la concessione con la Regione

Ugo Salvini
Il Rifugio Premuda in Val Rosandra
Il Rifugio Premuda in Val Rosandra

Il rifugio “Mario Premuda” si appresta a tornare a essere lo storico punto di riferimento per tutti coloro che amano la Val Rosandra, le escursioni, le passeggiate nel verde. La Società Alpina delle Giulie, sezione di Trieste del Club alpino italiano, proprietaria della struttura, per bocca del suo presidente, Paolo Toffanin, ne annuncia infatti la prossima riapertura, dopo un periodo difficile. «Siamo in dirittura d’arrivo – dice con soddisfazione – perché la parte esterna è stata sistemata, per l’interno siamo alle battute finali e, soprattutto, abbiamo già individuato il nuovo gestore, con il quale a breve arriveremo alla firma del contratto».

Il triste silenzio del rifugio Premuda, tra foglie gialle sui tavoli e sedie buttate nelle siepi
Il rifugio Premuda abbandonato a se stesso (fotoservizio di Andrea Lasorte)

Gli aspetti burocratici

Il “Premuda”, che non potrà continuare a chiamarsi rifugio in futuro, perché la normativa non ammette più tale classificazione per le strutture situate al livello del mare, è di proprietà dell’Alpina delle Giulie ma l’area sulla quale venne costruito è demaniale, perciò il nuovo gestore dovrà sottoscrivere un contratto di locazione con l’Alpina delle Giulie e uno di concessione con l’amministrazione regionale.

«Ma si tratta di aspetti burocratici che saranno presto superati – riprende Toffanin – e che ci permetteranno di inaugurare il rinnovato “Premuda” entro qualche mese».

Il gestore non paga: il giudice di Trieste chiude il rifugio “Premuda”
Il rifugio Premuda, qui in una foto d’archivio. Il gestore ha restituito le chiavi su decreto del giudice

Le tempistiche

La speranza è di arrivare a una riapertura in tempo per le festività natalizie. Un periodo complicato, quello di dicembre, nel quale le incombenze degli enti si accavallano, anche se il desiderio dei soci dell’Alpina delle Giulie, e di migliaia di triestini, è che il taglio del nastro si possa avverare entro l’anno. Se sarà a gennaio poco male, dopo le tante vicissitudini patite dalla struttura all’ingresso della Val Rosandra.

Il gestore non paga: il giudice di Trieste chiude il rifugio “Premuda”
Il rifugio Premuda, qui in una foto d’archivio. Il gestore ha restituito le chiavi su decreto del giudice

«Bisogna anche pensare che il nuovo gestore non potrà essere pienamente operativo se non prima di aver completato tutto l’iter amministrativo – osserva il presidente dell’Alpina delle Giulie – e che quando entrerà in possesso del “Premuda” dovrà sistemarsi logisticamente, per garantire l’adeguata accoglienza alla clientela, perciò gli servirà un po’ di tempo. In ogni caso siamo alla vigilia della riapertura e per noi questo è un grande successo».

Il periodo difficile

Il “Premuda” aveva vissuto situazioni molto difficili con la precedente gestione. Per uscirne, l’Alpina delle Giulie aveva dovuto mettere mano al portafoglio sociale e intervenire, abbattendo alcune opere abusive, oltre che sistemare varie pendenze.

I 40 anni della Riserva della Val Rosandra fra natura e cooperazione
Una veduta dall’alto della Val Rosandra, di cui quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario dell’istituzione della Riserva naturale.

Ma per tornare in possesso della struttura, l’Alpina delle Giulie aveva dovuto fare anche ricorso alla giustizia, ed era stato proprio il giudice, nell’autunno dello scorso anno, a imporre alla Effe. A sas di David Gombach, precedente gestore, la restituzione delle chiavi entro il 31 ottobre del 2023, per “inadempienza contrattuale”. In sostanza, di quanto dovuto a causa del mancato pagamento per l’affitto e l’utilizzo della struttura.

La storica scritta

«La nostra soddisfazione – ancora Toffanin – è originata anche dal fatto che abbiamo provveduto al tutto con risorse finanziarie nostre. Alle istituzioni ci siamo rivolti soltanto per chiedere uno snellimento delle procedure». Il presidente dell’Alpina delle Giulie è deciso comunque a lasciare sulla facciata la storica scritta “Rifugio Premuda”. «Sul contratto – spiega – dovremo definirlo come “locale di ristoro”, perché la nuova legge in materia stabilisce che non è più possibile definire “rifugio’” una struttura a soli 82 metri sul livello del mare. Ma nel cuore dei triestini sappiamo che il nome rimarrà per sempre quello originario».

Un luogo del cuore

Sono intere generazioni di triestini ad avere scolpita nella memoria quella denominazione che rispolvera ricordi di gite, arrampicate, escursioni, tuffi nel laghetto. Per non parlare dell’aspetto gastronomico: migliaia di clienti, anche senza camminare, hanno mangiato “una de gnochi” o “un piato de civa”. E ora aspettano di poter ripetere l’esperienza. —

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