Trieste, la linea tranviaria 1 compie cent’anni

Il primo tram gestito dal Comune. Entrò in funzione il 7 giugno 1913, dopo una annosa diatriba con la società privata che organizzava i trasporti pubblici

Pubblico o privato? È la domanda attorno alla quale ruotò per quasi 40 anni l'annosa questione della gestione dei servizi tranviari cittadini. La svolta il 7 giugno 1913, cent'anni fa, con l'inaugurazione della linea tranviaria 1 a gestione comunale. Un servizio che univa piazza della Legna (oggi Goldoni), a San Sabba, area allora in piena espansione. Il tram, con capolinea in via Pellico davanti alla sede storica del Piccolo, si addentrava sotto il colle di Montuzza, passava lungo via San Giacomo in Monte per proseguire nel rione di San Giacomo fino a San Sabba.

A partire dal 1876, quando si inaugurò in città il primo servizio di trasporto pubblico trainato da cavalli, spesso si ripresentò il problema della gestione della mobilità urbana. Nel 1901 il Comune affrontò il tema dell'ampliamento della rete tranviaria con l'istituzione della linea piazza Goldoni – S. Sabba – S. Andrea. Una storia lunga e complicata che Guido Botteri ha affrontato tempo fa in un libro.

Il progetto della nuova linea viene presentato nel giugno 1902 al ministero delle Ferrovie di Vienna. Il Comune ottiene il permesso per costruzione e esercizio della piazza Goldoni – S. Sabba per 90 anni, ma non viene stabilito se possa gestirlo direttamente o affidarne la gestione. La Società triestina del Tramway (filiale triestina di una società privata con sede a Bruxelles) avoca a sé il diritto di monopolio per la costruzione della nuova tranvia, opponendosi a un incrocio dei binari delle tranvie comunali con quelli dell'azienda privata. Il Comune intanto progetta la costruzione di nuove linee tranviarie. Ma gli alti costi bloccano sul nascere l'espansione tranviaria. Solo il 19 maggio 1910 la Suprema Corte di giustizia di Vienna riconoscerà che la municipalità ha il diritto di attivare linee tranviarie private direttamente in quanto proprietaria delle strade; ma essendo titolare del diritto di concessione, non può dare la concessione a se stessa.

A sostegno della municipalizzazione dei servizi tranviari scende in campo anche l'ingegner Pittoni. Il 22 febbraio 1912 il vicesindaco Edmondo Ricchetti presenta una proposta che sancisce la cessione delle linee comunali alla Società Triestina del Tramway e l'eventuale riscatto da parte del Comune di tutti i trasporti urbani, ma solo dal 1923 e fino al 1948. In seguito il podestà Alfonso Valerio avvia delle trattative extra–Consiglio con i socialisti: la scelta di affidare la gestione delle linee comunali all'azienda privata si mantiene, ma i socialisti ottengono alcune variazioni di carattere finanziario e l'impegno politico dei liberal–nazionali a non lasciar cadere la scadenza del 1923 per procedere al riscatto da parte del Comune di tutto il trasporto urbano.

Il gruppo privato, in mano a imprenditori triestini vicini al partito liberal–nazionale, pur avendo perso la causa con il Comune ottiene che la linea comunale contrassegnata per la prima volta con un numero, l'1, entri in servizio soltanto nel 1913, quattro anni dopo la concessione. Secondo la convenzione anche le altre linee costruite dal Comune e di sua proprietà verranno d'ora in poi gestite dalla Società del Tramway fino al 1923, con un contratto che attribuisce alla municipalità l'onere della loro costruzione, mentre gli utili sono suddivisi: il 40% al privato, il 60% al pubblico. Il 7 giugno 1913 il podestà Scipione de Sandrinelli inaugura la 1. Nel 1952 la linea tranviaria verrà trasformata in filoviaria.

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