Trieste, la rinascita di Porto vecchio verso la Fase 2. Dalle luci alle aiuole, lavori per 9 milioni

Il Comune fissa l’obiettivo: mettere in gara i progetti esecutivi in gennaio. Il cantiere durerà poi fino alla fine del 2022
Nella parte posteriore del Magazzino “26”, verso il varco di Largo Città di Santos, si concentrerà una buona parte del cantiere da 9 milioni
Nella parte posteriore del Magazzino “26”, verso il varco di Largo Città di Santos, si concentrerà una buona parte del cantiere da 9 milioni

TRIESTE Quasi pronta la Fase 2 dei lavori di infrastrutturazione e di riqualificazione del Porto vecchio, eseguibili nelle parti in cui il Comune è oggi in grado di intervenire con opere finanziate.

Traduzione: il Municipio aveva destinato 14 dei 50 milioni, stanziati dal governo, a lavori di urbanizzazione dell’area. Un primo lotto di 5 milioni è stato compiuto, adesso si passa a un secondo lotto assai più corposo e costoso perché è in programma un cantiere da 9 milioni di euro che coinvolgerà 20.000 metri quadrati. La progettazione esecutiva è praticamente approntata e l’iter è approdato ai pareri (Soprintendenza, commissione paesaggistica) che accompagnano lo sprint finale. Rispetto alle previsioni di primavera, c’è uno scarto temporale di un abbondante semestre.

Giulio Bernetti, che in qualità di direttore dipartimentale è anche il pianificatore di Porto vecchio, conta di portare in gara la Fase 2 in gennaio. Se così sarà, il cantiere (o meglio i cantieri) potrebbe essere aperto già in primavera, poco prima delle elezioni comunali: sarà necessario un anno e mezzo di benna-reti-asfalto ecc., per cui la Fase 2 avrà ragionevole completamento entro la fine del 2022.

Cosa contiene questo ulteriore sforzo indispensabile per la vivibilità di un luogo che era stato lasciato ai confini della selvatichezza? A livello di infrastrutturazione, avanti con le reti di acqua, luce, gas, fognature, servizi tecnologici (cablatura). Scavi e posa interesseranno la parte anteriore e posteriore del Magazzino 26, il futuro Museo del mare. In questo modo sarà servita anche l’accoppiata costituita dai Magazzini 24-25, che si affaccia sul Bacino 0 e che aveva visto limitato il suo fascino commerciale dalla mancanza di opere di urbanizzazione.

A livello di riqualificazione, l’obiettivo è congiungere il Magazzino 26 e il polo culturale-espositivo (Centrale idrodinamica, Tcc) con la Stazione ferroviaria e con largo Città di Santos. L’attuale nastro stradale, farcito di dissuasori e di rotaie, sarà ridisegnato nella carreggiata mantenuta a due corsie, nei percorsi ciclo-pedonali e nella parte dedicata al verde. Marciapiedi, piste, aiuole si addosseranno verso il muro di cinta che segna il confine con le Ferrovie, poiché si ritiene non abbia un gran senso mettere mano al limite con la zona dei magazzini, quando non si conosce l’esito delle decine di edifici che saranno messi all’asta, prima o poi.

Uno dei più importanti tasselli di Fase 2 riguarderà la pubblica illuminazione, che, in considerazione dell’isolamento e delle frequentazioni notturne nel sito, ne diventa un ingrediente indispensabile in termini di sicurezza e di percorribilità.

Questo ventaglio di opere - precisa Bernetti - si coordina con la pianificazione che governa Porto vecchio, dal Pums (mobilità sostenibile) alla cabinovia, fino alla Variante. Variante che fa parte dell’accordo di programma da sottoscrivere insieme a Regione e Autorità portuale: il sì giuntale alla Valutazione ambientale strategica (Vas) consente a Dipiazza di firmare l’intesa, che attende comunque anche gli autografi di Fedriga e di D’Agostino.

Infine Bernetti, a futuro monito, ricorda che sono tre i fattori con cui misurarsi nello sviluppo dei 65 ettari di Porto vecchio: il costo delle ristrutturazioni, la realizzazione delle infrastrutture (sulle quali si è incartata la prospettiva Greensisam), l’attuazione della Variante lungo i 4 sistemi previsti (ludico-sportivo, culturale-espositivo, misto residenziale-turistico-commerciale, moli). —


 

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