Trieste, le 15.738 firme online per riavere il tram di Opicina

Le tante adesioni verranno consegnate agli enti che stanno lavorando alla ripartenza. La campagna resterà comunque viva sul web e si potrà continuare ad aderirvi
Il tram di Opicina
Il tram di Opicina

TRIESTE Chiude con 15.738 firme la petizione del Piccolo lanciata attraverso Change.org una settimana fa per salvare il tram dalle grinfie dell’oblio e conclusasi ieri. La campagna resterà comunque viva sul web e si potrà continuare ad aderirvi. Intanto l’obiettivo che si era preposto il giornale e che nei prossimi giorni assolverà è quello di consegnare i consensi raccolti alle diverse istituzioni ed enti che stanno lavorando per il ripristino della linea Trieste-Opicina. Gli attori principali corrispondono al seguente elenco: Comune di Trieste, Regione, Trieste Trasporti e Ustif, l’organismo “certificatore” del ministero che ha sede a Venezia.

Trieste, una petizione per salvare il tram di Opicina FIRMA ANCHE TU


Non si ferma invece la campagna cartacea, la prima che ha sensibilizzato il territorio, avviata da un gruppo di triestini. Finora sono state raccolte all’incirca 2mila sigle. I luoghi in cui andare a firmare restano il bar Tivoli di via XXX Ottobre, le dieci sedi provinciali della Spi Cgil, quella di CamminaTrieste (Via Stock 9/A) e il salone di acconciature Salvatore Amenta (viale Miramare – Stazione Fs Trieste Centrale).

Negli scorsi giorni comunque sono stati diversi i segnali partiti dalle istituzioni coinvolte. I tecnici di Regione, Comune e Trieste trasporti sono impegnati in incontri continui per identificare tutti gli interventi da fare. La Regione, ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai trasporti Mariagrazia Santoro, è pronta a fare la sua parte per rimettere in moto il tram di Opicina previa consegna del progetto che elenchi i lavori da fare e le spese da affrontare.

 

Trieste, i dolori del tram costati 11 milioni in dodici anni
Lasorte Trieste 02/09/17 - Opicina, Capolinea Tram

A questo proposito il consigliere regionale di Forza Italia Bruno Marini ha presentato una duplice interrogazione rivolta alla presidente del Fvg Debora Serracchiani e all’assessore Mariagrazia Santoro. Chiede alla Regione di attivarsi «per reperire le risorse che saranno ritenute necessarie per il pronto ripristino del tram di Opicina e che da talune stime ammontano a circa 5 milioni di euro». Con la richiesta però che la cifra sia inserita «almeno in parte già nella finanziaria 2018 che andrà in aula a dicembre».

Tuttavia, prima di predisporre qualsiasi possibile aiuto economico, la parola spetta all’Ustif, che dovrà valutare il progetto e decidere fra diverse opzioni. Potrebbe concedere una ripartenza parziale della linea, dando un periodo di tempo (ad esempio un biennio) per completare i lavori. In alternativa imporre di realizzare una prima tranche di lavori per far ripartire le vetture. In extrema ratio c’è la messa a norma di tutto l’impianto come condizione per il via libera.

Il sindaco Dipiazza: «Al lavoro sul nuovo progetto per riavviare il tram»
Le vetture del tram fuori dal deposito


A esprimersi sulla questione anche il sindaco Roberto Dipiazza, visto che il maggiore azionista di Trieste trasporti è proprio il Comune. Conferma l’alacre lavoro che l’amministrazione sta portando avanti assieme agli altri soggetti coinvolti per ripristinare il prima possibile la trenovia e soprattutto promette a breve la realizzazione del progetto, anche in vista dell’imminente rinnovo della certificazione dell’impianto di risalita che scade a marzo. Tra gli interventi da eseguire, ha sottolineato recentemente il primo cittadino, bisogna cambiare i binari per tre curve, mettere l’impianto a terra, le suonerie ai passaggi. «Ma stiamo lavorando veloci e bene. Siamo moderatamente ottimisti», ha rassicurato. Ricordando comunque che «c’è stato un incidente grosso e questo ha pregiudicato molte cose. Tutti concordano sulla necessità di far ripartire la linea, ma servono anche gli ok di enti superiori a noi come la motorizzazione e l’Ustif».

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