Trieste, le ex officine Holt all’asta per un milione

Si avvia all’epilogo la “saga” del complesso di via Gambini: ad acquistarlo, in assenza di offerte, sarà Cassa depositi e prestiti
Le officine Holt di via Gambini
Le officine Holt di via Gambini

Le ex officine Holt, storico complesso industriale di via Gambini, andranno all’asta il prossimo 15 settembre alle dieci del mattino. È pressoché certo che sarà l’ultimo capitolo della lunghissima trafila attraverso cui il Comune di Trieste punta a liberarsi di un bene prestigioso ma ingombrante. L’accordo stretto l’anno scorso con la Cassa depositi e prestiti, infatti, prevede che se l’asta dovesse andare deserta, com’è già avvenuto due volte in passato, sarebbe l’ente romano ad acquistare l’edificio. Il prezzo base previsto nella comunicazione dell’asta è di un milione di euro.

L’accordo con Cdp L’assessore comunale al Patrimonio Andrea Dapretto commenta: «Stiamo portando a compimento il nostro accordo con Cassa depositi e prestiti. Tempo fa avevano manifestato il loro interesse a una possibile acquisizione. Hanno fatto tutte le verifiche necessarie, sul lato economico e in fatto di trasformabilità dell’edificio, e hanno intenzione di includerlo nel loro patrimonio». Il frutto delle analisi della Cdp è ora al vaglio della sovrintendenza, ma non sono previsti intoppi, sicché la prossima tappa è l’asta: «Gli accordi prevedono che nel caso in cui un terzo dovesse interessarsi all’acquisto abbia la possibilità di farlo - dice Dapretto -. Se invece l’asta dovesse andare deserta l’acquisto sarà fatto da Cdp. In ogni caso il passaggio si concluderà entro l’anno, è un programma che conto di poter dare per certo». Due volte in passato, nel 2009 e nel 2010, il Comune aveva cercato di vendere la proprietà ma le aste non avevano portato ad alcun risultato.

Il piano alienazioni Ma come procede il piano delle alienazioni del Comune? Spiega Dapretto: «Abbiamo fatto una prima asta alla fine dello scorso anno ma era andata sostanzialmente deserta. Abbiamo alienato diversi beni minori, come box e piccoli appezzamenti di terreno, ma nel complesso paghiamo il momento economico sfavorevole». Oggi tutti, inclusi gli enti pubblici, stanno cercando di vendere e trovare un acquirente non è un’impresa scontata. Nemmeno, e forse soprattutto, quando si parla di immobili di un certo peso e d’un certo pregio: «Scontiamo la crisi del mercato - dice Dapretto -. Bisogna tenere in considerazione il fatto che, essendo noi gestori di un patrimonio pubblico, non possiamo nemmeno svendere gli edifici».

L’ex macello Nel frattempo il Comune porta avanti i «processi di valorizzazione», come l’accordo con Cdp per le Holt o il tentativo in corso di trovare un privato interessato all’acquisizione di palazzo Carciotti. Ci sono poi certi complessi, come l’ex macello di via Flavia di Stramare, per cui è difficile trovare un acquirente: anche in questo caso i tentativi di vendita passati sono andati a vuoto. «È complicato scovare qualcuno che voglia sobbarcarsi un’area così grande, a meno che non ci sia un'operazione immobiliare ad hoc», dice Dapretto.

Via dell’Ospitale Un altro edificio per cui invece è stato avviato un percorso dagli esiti potenzialmente positivi è la proprietà del Comune in via dell’Ospitale, adiacente alla vecchia sede arcivescovile: «Un edificio interessante. Il Demanio ha comprato l’ex arcivescovado e avevamo discusso con loro la possibilità che acquisissero anche il nostro bene. È una struttura bellissima, uno degli ultimi edifici di San Giusto non ancora ristrutturati». Anche le aste per questo immobile sono andate deserte per ben due volte negli ultimi anni: «Ma l’Agenzia potrebbe decidere di comprarlo, sicché non rinunciamo alle speranze», chiosa Dapretto.

La nascita delle Holt Per il momento, però, il Comune dovrà accontentarsi della vendita delle Holt. Passa di mano così un pezzo di storia triestina: le officine furono fondate a metà Ottocento da un ingegnere di Manchester, Thomas Holt, che decise di stabilirsi in città per avviare una ditta di costruzioni macchine. Ai tempi il loro nome era “Fabbrica macchine e caldaie Thomas Holt” e i loro prodotti ebbero una certa eco all’interno dell’impero.

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