Trieste, «Pino lo storto da salvare, paghiamo noi»

TRIESTE “Pino lo storto” non deve morire. Così continuano a sostenere i circa trecento firmatari della petizione per salvare lo storico albero di piazza Skabar, ai quali si è appena aggiunto il Wwf, dopo la notizia ufficiale da parte del Comune del suo abbattimento. Anzi, rilanciano e si offrono di sostenere le spese necessarie alla sua sopravvivenza. «Il Pino “storto” di Barcola – dicono – rappresenta una parte della storia della riviera Barcolana, essendo stato impiantato alla fine dell’800, e ha quindi un pregio non solo naturale, ma anche paesaggistico e storico, che non può e non deve essere cancellato da improvvide e affrettate decisioni prese da burocrati, senza alcun coinvolgimento dei cittadini»
Per ovviare al potenziale problema di tenuta dell’albero, evidenziato dalla perizia del servizio comunale del Verde Pubblico, essi avevano proposto una soluzione già adottata in altri luoghi: la creazione di un supporto fisso che sosterrebbe il fusto dell’albero, così come fatto per esempio a Fasana in un caso analogo. I firmatari della petizione si sono dichiarati disposti a coprire le spese per la predisposizione di un’approfondita perizia, «al fine di accertare i migliori interventi per curare e tutelare un albero così importante per la nostra città». Alla petizione hanno allegato una foto esplicativa con il supporto che, a detta loro, permetterebbe di sostenere il peso del pino, impedendone il cedimento.
Certo è che si rischia un “accanimento terapeutico” su un paziente ultracentenario. A rispondere alla nuova proposta, ci pensa l’assessora ai Lavori Pubblici Elisa Lodi, la quale ancora una volta si dice sinceramente grata ai cittadini per il loro impegno, ma rileva che una soluzione non sia più possibile. «Un intervento del genere andrebbe a incidere su un passaggio pedonale e servirebbe quindi il permesso della Soprintendenza – spiega l’assessora –. Ma, soprattutto, l’albero ha contratto un fungo e non può che continuare a peggiorare. Infatti, il problema non è il fatto che sia storto, ma gravemente malato e quindi senza prospettive future».
Lo storico “Pino lo storto” è sorto nel giardino dedicato a Monsignor Matija Skabar, a ridosso del piccolo porticciolo all’inizio della passeggiata sul lungomare, quando nel 1895 la Società per l’Abbellimento di Trieste rivolse un appello ai possessori di giardini affinché contribuissero per crearvi un giardino pubblico. Da allora, incurvandosi sempre di più, “Pino lo storto” ha sovrastato quanti, ancora oggi, nel piccolo giardino tra gli alberi e le siepi, si sono fermati a leggere un quotidiano in attesa dell’autobus o a gustare un gelato.
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