Trieste, più ore di sala operatoria per il rilancio del Burlo

Scatta la “cura” Scannapieco. Accorpamento in vista tra Ostetricia e Ginecologia. «Vanno rivisti i modelli organizzativi per rinforzare l’attrazione dell’istituto»
L'ospedale infantile Burlo Garofalo
L'ospedale infantile Burlo Garofalo

TRIESTE Ha ereditato un ospedale con «potenzialità inespresse» e il suo compito ora è rafforzare il posizionamento dell'Irccs che dovrà diventare «punto di riferimento per tutta la specialistica materno-infantile del Fvg, anche esportando l'offerta in altre strutture regionali». Comincerà da una revisione dell’organizzazione interna, a partire dall’area chirurgica con l’aumento dell'operatività delle sale operatorie. Il veneto Gianluigi Scannapieco, da due mesi e mezzo direttore generale del Burlo, queste settimane si è dato un gran da fare per allentare le tensioni tra il personale maturate nella precedente amministrazione, e intende voltare pagina anche rispetto al sistema “disinvolto” con cui, in passato, sono avvenute alcune assunzioni. Intanto parte la caccia per riportare a Trieste professionisti di prestigio.

Il direttore generale del Burlo Gianluigi Scannapieco
Il direttore generale del Burlo Gianluigi Scannapieco

Quale situazione ha trovato?

Ho utilizzato questo primo periodo per ascoltare. Ho trovato un ospedale che da una parte ha alcune criticità, ma dall'altra ha delle ricchezze che magari devono solo essere messe in vetrina.

Confrontandosi con il personale il clima le è parso sereno o ha ereditato tensioni?

Mi sono subito concentrato a gestire il clima interno, aprendo le porte e comunicando con tutti, amministrativi, sanitari e sindacati. E la stampa: mi pare che abbiamo iniziato a parlarci. Tutto ciò è servito a distendere alcune situazioni. Il fatto stesso di ascoltare, ha migliorato il clima.

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L'ospedale infantile Burlo Garofalo

Quali sono le criticità di cui si è accorto?

Vanno rivisti alcuni modelli organizzativi, ciò vale per l’area chirurgica, come ad esempio i ricoveri che si possono gestire in regime di day hospital o ambulatoriale. Va rinforzata l'attrazione e il riposizionamento regionale per far conoscere l'eccellenza.

Ritiene quindi che il Burlo abbia perso appeal?

Ha delle potenzialità superiori a quanto sta facendo attualmente. Ma il Burlo conserva comunque una sua visibilità, forse più alta nel resto d'Italia che in regione.

A Ginecologia ci sono liste di attesa problematiche, come intervenire?

Stiamo lavorando per consolidare il personale. E dobbiamo chiarire il nostro ruolo: nel campo ginecologico siamo il riferimento per Trieste, che non ha un'altra Ginecologia, ma negli altri ambiti una struttura attrattiva come il Burlo può anche avere liste di attesa importanti. Va però definito il territorio di riferimento.

In passato si è registrata una sorta di fuga dal Burlo di medici di peso. Riporterà nuovi professionisti di livello?

Il mio compito sarà mantenere alta a far crescere la reputazione dell'ospedale, stiamo lavorando per portarne qualcuno.

Negli ultimi anni è stato registrato un calo di prestazioni, qual è il motivo?

Vanno analizzati i numeri, ma credo che ciò sia conseguenza anche della maggior appropriatezza delle prestazioni e della deospedalizzazione, in un contesto in cui le nascite sono calate.

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Hanno destato scalpore le modalità con cui sono state decise alcune assunzioni nel precedente mandato, frutto di uno “strano” collegamento tra Ordine dei medici e Burlo.

Io posso dirle solo che quello che faremo d'ora in avanti sarà assolutamente trasparente. Nel mio mandato non ci saranno di questi problemi.

Accennava a un riordino organizzativo, prevalentemente nell'area chirurgica, cosa cambierà di concreto?

Prevedo un aumento dell'offerta, innanzitutto, perché ci sono risorse aggiuntive per poter aumentare le ore nelle sale operatorie, che al momento non sono utilizzate pienamente.

Accorpamenti in vista?

Si prevede ad esempio di ridurre a uno i due attuali primariati di Ostetricia e Ginecologia.

Le istituzioni, Regione in testa, al di là della riorganizzazione interna invocano una vera svolta. Quali progetti ha?

Non può essere che in questa regione l'offerta specialistica dipenda da dove nasce il bambino. Il mio sogno è che qualunque bimbo del Fvg si trovi ad avere un problema, abbia la possibilità di avere le migliori risposte dal Burlo. Non solo portando il paziente a Trieste, ma governando il sistema in modo che l'offerta sia esportabile con standard di cura e assistenza garantiti dal nostro Irccs, che mantiene la diagnostica avanzata perché abbiamo le apparecchiature e le competenze. I più gravi verranno qui, mentre gli altri possono essere gestiti nelle strutture più vicine a casa ma con le linee guida pianificate da noi. Ci sono due parole chiave su ciò che intendo fare: alleanze con le reti sanitarie e istituzionali e crescita nella specializzazione, per servire un bacino più ampio possibile e garantire la sostenibilità.

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