Trieste, trova pistola avvolta in una fascia nazista e spara per sbaglio alla figlia

Il drammatico episodio domenica in un appartamento nel rione di Gretta. Il colpo è partito accidentalmente mentre l'uomo mostrava ai bambini l’arma trovata per strada. La ragazzina guarirà in trenta giorni. L’uomo dice di aver ritrovato la pistola - una Langenhan calibro 6.35 del 1920 - in un sacchetto di nylon. L'arma era avvolta in carta oleata assieme ad una fascia con croce uncinata
TRIESTE.
Preme inavvertitamente il grilletto della pistola e un e un proiettile colpisce la figlia più grande, una ragazzina di 13 anni. Anna (è un nome di fantasia) è stata raggiunta dal colpo alla gamba sinistra. Il proiettile - esploso da una vecchia arma - ha attraversato la coscia e non ha fortunatamente causato lesioni gravi. Ma è stato un miracolo. Se la canna della pistola fosse stata rivolta verso l’alto, il colpo avrebbe potuto raggiungerla alla testa. La ragazzina è ricoverata al Burlo: guarirà in trenta giorni.


L’episodio si è verificato ieri attorno alle 10.30 in un appartamento all’ultimo piano di uno stabile all’inizio di via Aquileia, nel rione di Gretta. L’uomo, Claudio B. (non riportiamo il nome completo per impedire l’identificazione della figlia minorenne) quella pistola l’aveva trovata venerdì pomeriggio vicino ai binari, nei pressi di via Bonomea: questa la versione fornita dall’uomo alla polizia. L’arma, una Langenhan calibro 6.35 del 1920 in dotazione all'esercito tedesco, era avvolta in sacchetto di nylon. Claudio B. l’ha portata a casa e l’ha appoggiata su un mobile della camera da letto.


Ieri mattina, in quella stanza c’erano i tre figli, la ragazzina di 13 anni, rimasta poi ferita e gli altri due: uno di dieci e la più piccola di otto anni. Hanno visto la pistola ancora all’interno del sacchetto di nylon e hanno chiesto insistentemente al padre di tirarla fuori. «Papà, papà, fammela vedere. E come si fa a sparare?», ha domandato la più grande al padre che era. Claudio B. ha ceduto alle pressanti richieste dei figli, ha impugnato l’arma puntandola verso il basso. Poi inavvertitamente ha sfiorato con il dito il grilletto e il colpo è partito raggiungendo alla gamba la ragazzina che era a un paio di metri. La ragazzina è caduta a terra mentre dalla gamba usciva il sangue.


Claudio B., spaventato e scosso, ha telefonato subito al 118 mentre la figlia era a terra e piangeva per il dolore alla gamba. Gli altri due bambini erano vicini. La più piccola era terrorizzata e urlava.


«Mi è stato impossibile parlare con il 118. Una segreteria mi diceva di attendere. Ho aspettato per qualche minuto, ma nessun operatore si è inserito in linea. In quella situazione non ho aspettato oltre», racconta Claudio B.. In un attimo l’uomo ha preso in braccio la figlia Anna ed è sceso per le scale dello stabile accompagnato dagli altri figli. Poi si è messo al volante della sua auto che era parcheggiata a pochi metri e si è diretto a tutta velocità all’ospedale Maggiore. Lì la ragazzina ferita è stata subito accolta in pronto soccorso e dopo poco il medico ha ordinato il trasferimento all’ospedale infantile Burlo Garofalo con l’ambulanza.


Il colpo fortunatamente non ha leso alcun organo vitale di Anna. Spiegano i medici del Burlo che è stato lesionato fortunatamente solo il muscolo. Dopo la Tac, Anna è stata sottoposta a un piccolo intertento chirurgico. I medici le hanno suturato la ferita e le hanno somministrato alcune dosi di antibiotico per evitare le infezioni.


Nel frattempo Claudio B. è stato raggiunto da alcuni investigatori della Squadra mobile. Li ha acompagnati a casa dove c’era ancora la pistola che è stata sequestrata. Nel muro c’era il proiettile. Dopo pochi minuti i poliziotti sono andati ad effettuare un sopralluogo nella zona di via Bonomea dove, Claudio B. ha raccontato di aver trovato la pistola all’interno di un sacchetto di nylon trasparente.


L’arma, secondo i primi accertamenti, sarebbe stata recentemente gettata lì da qualcuno che se ne voleva disfare. Un piccolo giallo.


Le indagini, coordinate dal pm Giuseppe Lombardi, puntano proprio in quella direzione. Chi ha detenuto illegalmente per tanti anni quella pistola e poi l’ha gettata in via Bonomea? E perché lo ha fatto? Intanto lo stesso pm sta valutando le eventuali responsabilità di Claudio B. per i reati di lesioni gravi e detenzione abusiva di un’arma da guerra.

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