Trieste verso il ballottaggio, M5s critica l’uscente Dipiazza ma predica la neutralità

Da una sofferta assemblea durata fino a notte esce una linea che non dà alcuna indicazione.

Nuovo capitolo del difficile rapporto fra la base e Patuanelli, orientato verso il centrosinistra

Alessandra Richetti, deputata a parlare dopo l’assemblea del M5s
Alessandra Richetti, deputata a parlare dopo l’assemblea del M5s

TRIESTE In un’assemblea durata fino a notte, mercoledì sera il Movimento 5 Stelle ha elaborato la sua linea per il ballottaggio: nessuna indicazione di voto, libertà di coscienza, ma una condanna dell’operato della Lista Dipiazza.

Dall’incontro esce quindi una linea che non offre sostegno - almeno non esplicito - al candidato del centrosinistra Francesco Russo, pur attaccando il suo avversario.

Una linea alternativa a quella prevalente a livello nazionale, che vede il leader del partito Giuseppe Conte incline ad appoggiare gli ex compagni di coalizione del suo governo bis: a dispetto della partecipazione del ministro Stefano Patuanelli, della deputata Sabrina De Carlo e del consigliere regionale Andrea Ussai, quella posizione conciliante non ha prevalso. Dopo la batosta ricevuta al primo turno, una fetta importante del Movimento triestino ha preferito una posizione di maggiore radicalità.

Questo il comunicato di fine assemblea: «ll M5s di Trieste si è riunito in assemblea e ha deciso che, pur criticando fermamente l’operato a tratti arrogante e antidemocratico di questa giunta, non darà indicazioni di voto ai propri elettori in vista del prossimo ballottaggio: vuole così riconfermare la propria coerenza e ribadire di essere l’alternativa concreta alla vecchia politica».

Per accordo dei partecipanti, è deputata a commentare la scelta la candidata Alessandra Richetti: «Ho sottolineato più volte l’importanza della coerenza, che forse ad altri è mancata, e invito comunque ognuno di voi ad andare a votare, anche se è una scelta che non vi appassiona. Il voto è un diritto-dovere del cittadino».

È, tra le altre cose, un nuovo capitolo del rapporto altalenante fra Patuanelli e i referenti locali del Movimento. Se da subito il ministro si era mostrato propenso all’intesa con Russo, la base triestina aveva invece optato per una candidatura autonoma, scegliendo infine la presidente circoscrizionale Richetti. Nei giorni scorsi, ai microfoni di Telequattro, Patuanelli aveva anticipato che il suo voto personale sarebbe andato al candidato del centrosinistra.

Sentire i racconti degli esponenti pentastellati fa un po’ di effetto “Rashomon”: per qualcuno è stata una discussione anche accesa, per qualcun altro erano tutti concordi e via dicendo. Fatto sta che si è arrivati al voto e un’ampia maggioranza ha optato per una posizione che rimarcasse comunque le distanze rispetto al centrosinistra.

Ora quindi libertà di coscienza, per quanto gli stessi consiglieri comunali uscenti sottolineino la loro ferma opposizione alle politiche del sindaco uscente Roberto Dipiazza. Se sarà lui a vincere il ballottaggio, in ogni caso, al Movimento 5 Stelle spetterà un posto in Consiglio. Che salterebbe in caso contrario.

Il consigliere regionale Ussai, sulla scia di Patuanelli, anticipa il risultato a cui la libertà di coscienza lo porterà: «Nel 2016 andai alle urne per il ballottaggio fra Cosolini e Dipiazza e annullai la scheda, perché l’allora giunta uscente aveva deluso molte aspettative. Questa volta non farò lo stesso, la città ha bisogno di cambiare»g.tom.

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