Triestino morto in Carnia: «Il canottaggio la sua passione»

«Era un buon ragazzo, semplice, un ottimo compagno di squadra, una pedina importante, quando eravamo sulla stessa barca ci completavamo ma era anche di buona compagnia, si potevano passare delle ore assieme senza annoiarsi». Piero Costa, ex compagno di voga, ricorda così l’amico Francesco Bigazzi, il 24enne morto domenica in un incidente sul Monte Bottai.
«Siamo stati assieme nella squadra agonistica del Circolo marina mercantile Sauro per sei-sette anni. Poi abbiamo preso strade diverse ma abbiamo continuato a frequentarci, andavamo anche in vacanza assieme. L’ultima volta ci siamo incrociati in Viale con altri amici, circa un mese fa» conclude afflitto Costa.
“Sportivo” e “buono,” sono i termini che più ricorrono tra quanti ricordano ora Francesco. «Era un ragazzo molto mite - spiega il presidente del Cmm Fulvio Rizzi - e cordiale, aperto. Era anche disponibile verso gli altri e così mentre il fratello maggiore Andrea fungeva da nostro direttore sportivo, Francesco si dedicava ai Centri estivi, lavorando con bambini dai sei ai 12 anni». Nato agonisticamente al Circolo marina mercantile Nazario Sauro nel 2002, è stato allenato dagli esordi da Franco Steffè, un “trainer” veterano, mentre la direzione sportiva era di Bruno Chiandussi.
«Era un atleta e soprattutto un ragazzo ottimo, ne ho un bellissimo ricordo, era molto espansivo» racconta il suo ex allenatore.
«Nel canottaggio Bigazzi aveva iniziato le gare nelle categorie giovanili, allievi e cadetti, dimostrando una buona predisposizione per lo sport del remo e mettendosi in evidenza in regate a carattere regionale e nazionale tra gli under 14» aggiunge Steffè. I migliori risultati li ottenne nei Meeting nazionali allievi e cadetti e al Festival dei giovani tra il 2003 e il 2004, quando salì spesso sul gradino più alto del podio nella specialità del singolo cadetti.
«Nelle categorie superiori, il miglior risultato fu il 6° posto nella finale del doppio canoa junior ai Campionati italiani in Tipo regolamentare sul Lago di Como. Francesco remò poi fino al 2007, alternandosi nella vogata di coppia (singolo, doppio e 4 di coppia), assieme ai vari Delise, Stefano Castellan, Zeno Rizzi, Piero Costa, Andrea Schettini e anche con il fratello Andrea, partecipando ai Campionati italiani ragazzi nel 2005 e 2006» ricorda Maurizio Ustolin, esperto del settore. Poi smise con il canottaggio, ma rimase attaccato all’ambiente e soprattutto a Steffè, il suo tecnico, con il quale rimase sempre in contatto. «È stato uno dei miei atleti migliori, e non solo dal punto di vista dei risultati - commenta Franco Steffè - e verso me e la mia famiglia ha sempre dimostrato attaccamento e affetto. Era sempre disponibile in tutto. Una grande perdita».
«Nel 2009 Bigazzi si diplomò al corso allenatori di canottaggio organizzato dal Comitato del Friuli Venezia Giulia, tenuto da Spartaco Barbo, acquisendo il I livello. Quell'anno, che vide tra l'altro il trasferimento di Steffè dal Circolo marina mercantile a un’altra società, prese assieme al fratello Andrea le redini del Cmm Sezione canottaggio, mettendo in pratica quanto appreso al corso ma soprattutto la sua esperienza di vogatore e la disponibilità a trasmettere ai più giovani la passione per il canottaggio» conclude Ustolin.
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