Troppi ostacoli per i ciechi: «Pochi semafori acustici e le strade sono insicure»

Il presidente dell’Istituto Rittmeyer Perfler: «L’accessibilità è ancora molto scarsa ovunque Negli uffici pubblici spesso gli eliminacode non emettono suoni, quindi è impossibile usarli»  

la testimonianza



I semafori acustici sono ancora pochi, così come i percorsi tattilo plantari. Molti incroci e attraversamenti non sono sicuri e anche passeggiare nelle vie pedonali non è sempre facile. Usufruire poi di alcuni uffici pubblici, per molti è impossibile.

Sono i problemi che quotidianamente affrontano le persone non vedenti o ipovedenti. Ostacoli costanti, in una città che definiscono ancora non accessibile.

Qualcosa sta migliorando. I lavori di piazza Libertà porteranno all’attivazione del nuovo sistema Leti Smart, con comandi interattivi per chi usa il bastone intelligente, ma la maggior parte del centro, così come la periferia, presenta tanti impedimenti. Spesso insormontabili. E le difficoltà interessano a Trieste oltre 2mila persone.

«Noi registriamo 500 utenti iscritti, ma in realtà chi presenta limiti alla vista sono il quadruplo – spiega Hubert Perfler, presidente dell’ Istituto Regionale Rittmeyer per i ciechi e vicepresidente dell’ Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Trieste – inoltre è provato che un over 65 su tre soffre di una patologia agli occhi. Ecco perché in città la situazione deve migliorare. Qualche decennio fa sono state abbattute tante barriere architettoniche, ma l’accessibilità è ancora molto scarsa un po’ ovunque». La conseguenza è che chi vuole muoversi in autonomia, senza un accompagnatore, rischia di non poterlo fare in sicurezza. «I semafori con segnale acustico sono pochi, incroci o passaggi pericolosi non sempre vengono evidenziati con la pavimentazione tattilo plantare e mancano anche altre tipologie di segnalazioni, funzionali a chi cammina. Basterebbe poco – sottolinea - per migliorie che si rivelerebbero fondamentali, perché Trieste, città con un’architettura austrungarica, presenta una pianta lineare, con assi semplici da percorrere».

Perfler evidenzia anche un altro fronte complicato, segnalato da tante persone. «Molti uffici pubblici sono un dramma – dice – perché sono stati installati eliminacode non acustici, quindi spesso inutilizzabili». E quando accade, chi deve ottenere un documento, prenotare un servizio o semplicemente effettuare una richiesta che prevede la fila con un numero da rispettare, deve domandare aiuto al personale presente o farsi accompagnare. «C’è tanto impegno da mettere in campo, ancora, in generale. Per il momento i non vedenti fanno davvero fatica a spostarsi e spesso la soluzione è un corso personalizzato, realizzato all’ istituto Rittmeyer, che permette di affrontare autonomamente almeno i percorsi abituali, ad esempio da casa al lavoro e viceversa, o verso i negozi che frequenta».

Ma tutti dovrebbero poter contare su una libertà maggiore, prosegue, grazie alla tecnologia che sta migliorando e che offre novità interessanti, «come appunto Leti smart»: «Una persona dovrebbe riuscire quindi ad attraversare la strada da sola, a capire quando arriva un bus, salendo e scendendo alla fermata desiderata. Dappertutto. Dovrebbe poter trovare il palo del semaforo senza problemi. I bastoni sono all’ avanguardia, la città invece deve continuare a crescere. L’auspicio è che altre zone vengano dotate di attrezzature moderne come piazza Libertà, in tempi brevi. Ma per il momento – conclude Perfler - c’è ancora tanta strada da fare». —



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