Trovati i resti di Makarovic, l’anziano scomparso dalla casa di riposo a Trieste: ecco come è stato scoperto il corpo

Due donne a passeggio con il loro cane nel bosco di via Penco hanno rinvenuto la salma. Ora le analisi per confermare l’identità. Il figlio non aveva mai smesso di cercarlo

Laura Tonero
L’86enne Bruno Makarovich in una fotografia dello scorso anno
L’86enne Bruno Makarovich in una fotografia dello scorso anno

A quasi cinque mesi dalla sua scomparsa, è stato ritrovato il corpo di Bruno Makarovic. L’86enne si era allontanato dalla casa di riposo Santa Chiara di via Maovaz, a Borgo San Sergio, il 12 maggio scorso. Per avere conferme ufficiali bisognerà attendere ulteriori approfondimenti, ma anche per i parenti sembrano non esserci dubbi che quei resti appartengano proprio all’ex macellaio di Servola. Le conferme arrivano dagli abiti che indossava e dall’orologio che portava al polso.

Scomparso dalla casa di riposo a Borgo San Sergio, il figlio si affida a due avvocati
Un’unità cinofila impegnata nelle ricerche a Borgo San Sergio; a destra Bruno Makarovic foto Andrea Lasorte

A rinvenire i resti umani, alle 10 del 14 ottobre scorso, nella zona boschiva sopra a via del Peco, nella parte alta di quell’area verde, è stata Beatrice De Sanctis, guardia giurata, volontaria della Protezione civile, che con la madre Gabriella Tonel stava portando il cane a passeggio in quella zona.

Tra i rovi, ad un tratto, hanno scorto qualcosa. «Avevamo seguito con apprensione la storia e le ricerche del signor Bruno – raccontano le due donne – e quando abbiamo visto quei resti abbiamo pensato subito potessero essere suoi». De Sanctis, a quel punto, ha chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della vicina stazione di Borgo San Sergio. Le rilevazioni e le operazioni utili a recuperare i resti si sono protratte fino al tardo pomeriggio.

Ora, a ulteriore garanzia si tratti proprio di Makarovic, i resti verranno sottoposti ad altre analisi, quella del Dna, quella sulle protesi dentali. Al figlio di Makarovic, Michele, oltre un mese fa era stato prelevato il Dna, proprio per avere già a disposizione un elemento da comparare con i resti dell’anziano nel caso di un ritrovamento.

Non appena ci sarà l’ufficialità, non appena anche gli approfondimenti accerteranno che si tratta di Bruno, la famiglia Makarovic potrà dare l’ultimo saluto all’86enne. Michele, il figlio, che assieme alla moglie Assunta ha battuto palmo a palmo quella zona verde nella speranza di trovare il padre, è «sconfortato dall’idea che fosse lì, dove avevamo immaginato fin da subito si fosse perso, ma non siamo riusciti a trovarlo».

Le ricerche, lo scorso maggio, si erano concentrate proprio in quella zona, ma la vegetazione molto fitta e la particolare estensione dell’area probabilmente non hanno facilitato le operazioni.

Alle 17.52 del 12 giugno, giorno della scomparsa, l’uomo era stato ripreso da una telecamera a 50 metri dalla casa di riposo. Le ricerche erano partite la sera stessa, anche con l’ausilio di un elicottero.

Oltre al personale della Questura, erano entrati in campo i Vigili del fuoco, la Protezione civile, il Soccorso alpino, la K9 Isontina Rescue con i cani molecolari, i volontari dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato. Era entrata in campo anche l’associazione Penelope, a sostegno dei familiari. Erano state passate in rassegna sia le zone boschive che i cortili, i garage e le cantine delle abitazioni del rione. Ma di Bruno non c’era traccia. Le ricerche poi si erano fermate. Ma il figlio Michele non si era arreso e aveva continuato a battere quell’area, purtroppo senza successo. Il suo desiderio ora è quello di poter conoscere il punto esatto dove è stato ritrovato il padre, per portare un fiore.

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