Tuiach si scusa per il post La furia di Fedriga sul Pd

Il boxeur rinnega il “mi piace” all’immagine filonazista: «Prendo le distanze» Il parlamentare della Lega: «I dem sfilano con chi espone la stella rossa titina»
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 21/05/16 - Presentazione Libro Fabio Tuiach
Lasorte Trieste 21/05/16 - Presentazione Libro Fabio Tuiach

Il giorno dopo il “mi piace” che ha scatenato una bufera in rete e le successive immediate parole di condanna nei confronti dell’autore del clic, arrivano le scuse pubbliche di Fabio Tuiach. Il pugile triestino, candidato nella lista della Lega Nord per un posto in Consiglio comunale a sostegno di Roberto Dipiazza, aveva piazzato il “mi piace” in Facebook sotto un post con l’immagine dell’entrata della Casa delle culture di Ponziana, graffiti, persone davanti e sopra la scritta “Arbeit macht frei” (“Il lavoro rende liberi”), il motto posto all’ingresso di Auschwitz e di altri campi di concentramento nazisti. Una mossa censurata a stretto giro da esponenti di Pd e Sel, che avevano chiesto a Dipiazza e Fedriga di cacciare il boxeur lanciatosi in politica.

Ieri, prima della presentazione del suo libro “Fabio Tuiach nella vita come sul ring” - in cui racconta in particolare il suo rapporto con la fede e il percorso di rinascita personale dopo un periodo buio -, lo stesso candidato del Carroccio è tornato sulla vicenda così: «Faccio una premessa. Su Facebook ho tanti amici e quando clicco “mi piace” lo faccio per dire “ho visto”. Ho subito rimosso quel post, dal cui contenuto mi dissocio completamente. È stata una leggerezza, e non sono abituato - le parole di Tuiach - alla cattiveria politica: tutti pronti ad attaccarmi subito. Mi scuso con umiltà, io amo la democrazia, sono sceso in campo per questo e condanno ogni forma di dittatura». Al suo fianco, l’editore Emilio Del Bel Belluz, scrittore di libri e appassionato di pugilato, autore della postfazione al volume.

La coalizione guidata dal tridente Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia ha rapidamente archiviato la questione. «Io mi sono alterato - ha esordito Roberto Dipiazza -. Il ragazzo ha chiesto scusa e poi spiegato come gli sia sfuggito quel “mi piace”, che dà a tutti in termini elettorali». Il parlamentare e segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Fedriga, liquida il caso scagliandosi nel contempo contro gli avversari del centrosinistra: «Il nazismo è un abominio. Mi pare che Tuiach abbia comunque già chiarito l’accaduto, chiedendo scusa. Non mi sembra invece - l’offensiva del capogruppo leghista alla Camera - che i rappresentanti del Pd che hanno preso parte in città a sfilate assieme a gente che esponeva bandiere con la stella rossa titina abbiano preso pubblicamente le distanze, dissociandosi da questo simbolo. Evidentemente - ha concluso Fedriga -, dopo cinque anni di amministrazione Cosolini, il centrosinistra non trova argomenti su cui articolare la campagna elettorale e dunque ci attacca su qualsiasi cosa».

Netto il giudizio di Everest Bertoli sul “mi piace” di Tuiach: «Incommentabile». Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale ha tagliato corto a margine della presentazione della sua candidatura per la conferma a palazzo Cheba. Bertoli, affiancato dai candidati alle circoscrizioni che fanno riferimento a lui, ha lanciato «cinque idee per Trieste»: «Proposte a costo zero. Appalti a chilometro zero, affidati ai nostri artigiani e alle nostre imprese - ha iniziato il forzista -. Zero tasse locali in cinque anni per le realtà che assumono. L’acquisto di posti in nidi privati o convenzionati da parte del Comune così da metterli a disposizione delle famiglie, arrivando alla copertura del 100% delle richieste. E poi il vigile di quartiere per la sicurezza e la riduzione delle tasse per i triestini».

Giornata di presentazioni per Fi, quella di ieri: è toccato, a ruota, a Lorenzo Giorgi (e ai “circoscrizionali” a lui collegati), scortato nell’occasione da Simone Furlan, leader dell’Esercito di Silvio e membro dell’Ufficio di presidenza del partito di Berlusconi. «La città è sporca, degradata, poco sicura e con le strade piene di buchi - l’attacco di Giorgi -. Questa amministrazione ha solo portato l’ideologia nelle case dei triestini, con un crollo della qualità della vita che con la giunta Dipiazza aveva raggiunto i vertici in Italia». Giorgi si è rivolto all’elettorato anche con un appello: «Ognuno di voi tenti di convincere 5-6 persone ad andare a votare». Furlan non è stato tenero: «Serracchiani è succube di Renzi e Cosolini sembra saltato fuori da un fumetto. Guardiamo invece il curriculum di Dipiazza: la sua storia parla per lui». E il candidato sindaco, lì vicino, ha gonfiato il petto: «Sappiamo quello che dobbiamo fare».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo