Turismo, è Parenzo la città più sviluppata

Pola
L’Istria si conferma la regione della Croazia più sviluppata sul fronte del turismo, non solo in termini di arrivi e soggiorni, ma anche alla luce di una tutta una serie di criteri di cui si è tenuto conto nell’analisi commissionata dal Ministero. Uno studio partito nel 2019, ben prima dunque che la pandemia di Coronavirus venisse a sconvolgere lo scenario del settore; i risultati che ne sono scaturiti sono però rilevanti perché forniranno la chiave in base alla quale ripartire i fondi che il governo di Zagabria deciderà di puntare per sostenere l’industria delle vacanze.
Lo studio è stato effettuato dall’Istituto nazionale per il turismo in base ai dati relativi al 2019 per tutte le 556 autonomie locali della Croazia. La posizione migliore in assoluto è risultata quella di Parenzo, seguita da Rovigno e Medolino. Nell’analisi, fatta secondo un modello inedito, si è tenuto di tutta una serie di criteri fra i quali capacità ricettiva, numero dei posti letto negli alberghi, arrivi e soggiorni, occupati nel settore e peso del comparto sull’economia locale: il tutto però in rapporto al numero di abitanti nelle singole autonomie locali. Oltre alle tre località citate, numerose altre sono quelle in buona posizione, dal quinto posto di Umago al tredicesimo di Torre-Abrega nel parentino, per andare poi a Cittanova (16.o posto), Albona (22.o), Orsera (24.o), Fasana (33.o). Solo al 40.o posto risulta Pola. Nella parte più bassa della graduatoria invece alcune autonomie locali dell’Istria continentale come Pedena, Caroiba, Lanischie, Gallignana e Grisignana.
«I risultati dell’analisi - ha commentato il viceministro di Turismo e sport Monika Udovičić - rappresenteranno la nuova chiave per la ripartizione dei fondi ministeriali al settore», che saranno destinati alle singole località con indici di sviluppo significativi, laddove in precedenza si teneva conto dell’indice a livello regionale, di modo che «emergevano diverse incongruenze e illogicità». «Abbiamo introdotto criteri nuovi, tenendo conto del numero di abitanti delle singole autonomie locali: non è la stessa cosa poter contare mille turisti su mille abitanti o su un milione», ha precisato Udovičić.
La piattaforma per la definizione dell’indice di sviluppo è rappresentata dai dati dell’Istituto nazionale di statistica e dal sistema informatico E-visitor, che registra automaticamente l’arrivo dei turisti e la durata del loro soggiorno. Si tratta dunque di dati accessibili non solo al ministero del Turismo ma anche alle autonomie locali (oltre che al pubblico): i Comuni e le Città possono così monitorare l’andamento della stagione sul proprio territorio e in base ai dati definire una strategia turistica più precisa. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo