Un compenso di 350mila euro a Consoli

L’uomo da 150 milioni, non di dollari in questo caso, tratterrà per sé 350mila euro più spese e previdenza. A tanto, secondo il piano di concordato, ammonta il «compenso all’amministratore giudiziario», cioè all’avvocato Maurizio Consoli, designato dal Tribunale come responsabile della procedura anti-crac aperta il 17 ottobre 2014 e ipotizzata in chiusura alla metà del 2017. L’onorario di Consoli, che - così recita il piano concordatario - per legge avrebbe potuto anche attribuirsi di più e farsi riconoscere di più dal Tribunale stesso, viene indicato nel decreto di ammissione al concordato all’interno del capitolo denominato «oneri in prededuzione». Si tratta, banalizzando, dei costi per la gestione straordinaria che spazia per l’appunto dall’ottobre dello scorso anno fino alla liquidazione presunta nel 2017. Poste per cui il piano prevede per legge «il pagamento integrale» alla stregua di quelle attese dai creditori privilegiati.
La prima voce degli «oneri in prededuzione», così si legge sempre nel decreto, è quella delle pure «spese di procedura», che vale tutto compreso 550mila euro. Al di là dei 150mila euro a un «liquidatore giudiziale», in testa compaiono i 250mila euro di compenso «oltre rimborso per spese generali e contributi previdenziali di legge» (cifra «sensibilmente inferiore a quella che sarebbe liquidabile secondo i parametri previsti dal decreto ministeriale 30 del 2010») per il «commissario giudiziale», ovvero per la figura del controllore garante e terzo dell’operato dell’amministratore giudiziario, già indicato dal Tribunale in coincidenza con l’ammissione al concordato nel commercialista di Udine Andrea Bonfini. La seconda voce è quella delle «spese di accesso alla procedura». Conta un milione e 100mila euro, «sulla base delle pattuizioni con i professionisti, che hanno accettato importi inferiori ai criteri tariffari», arrotondato con le maggiorazioni «del rimborso forfetario per spese generali e contributi previdenziali di legge». Tra questi, per l’appunto, ecco i 350mila euro per Consoli, i 200mila per il «coadiutore dell’amministratore giudiziario sino alla cessione dei punti vendita», che è il presidente dell’Ordine dei commercialisti Piergiorgio Renier, i 120mila per l’«attestatore», cioè il controllore-garante del piano di concordato presentato da Consoli, che è l’ex presidente dell’Ordine dei commercialisti Luca Bicocchi, nonché gli 85mila per i periti che hanno valutato gli immobili e i 200mila per i «difensori della procedura».
Prima della voce ultima del «fondo rischi», altri 200mila euro, figura quella da due milioni e 350mila euro per i «costi di funzionamento e gestione» delle Coop operaie in questa delicata fase di transizione. Di questi 330mila euro sono costituiti letteralmente da «indennità cessazione rapporto dirigenti». I due casi eclatanti di benservito reso a inizio 2015 dalle stesse Operaie commissariate riguardarono l’ex direttore generale Pier Paolo Della Valle e il suo storico “braccio destro”, l’ex direttore commerciale Angelo La Rocca.(pi.ra.)
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