Un concorso di idee entro la fine del 2019 per far ripartire il rifugio “Corsi”

Il rifugio “Guido Corsi” non aprirà i battenti quest’estate e molto probabilmente rimarrà chiuso per i prossimi 3-4 anni. Lo storico edificio sito nell’alta val Rio del Lago, nel comune di Tarvisio, è stato dichiarato inagibile dal suo proprietario: la Società alpina delle Giulie, sezione triestina del Cai.
«Il rifugio ha bisogno di un radicale improcrastinabile lifting», conferma Giorgio Sandri, segretario della Sag. L’area, posta a sud del massiccio del Jôf Fuart, che va dal campanile di Villaco alla forcella di Riofreddo ed alla cima e forcella Vallone, venne individuata dagli alpinisti austriaci come la sede propizia per realizzare nel 1881 un ricovero completamente in legno, la Alte Wischberghütte, sotto la parete delle Gocce. A realizzarlo fu la sezione di Villaco del Club alpino austrotedesco (Duöav) che successivamente demolì il ricovero sostituendolo con la Findenegghütte, inaugurata il 3 agosto 1902.
La Grande Guerra infierì su quest’opera, che alla fine si trovò in terra italiana e parzialmente distrutta. La Società alpina delle Giulie, sorta a Trieste nel 1883, frequentò alpinisticamente i luoghi sin dalla sua fondazione con i propri soci, con la cosiddetta “Squadra volante” di Napoleone Cozzi e Vladimiro Dougan e con tutti quei rocciatori (fra i quali Emilio Comici) che nel 1929 costituirono il Gars (Gruppo rocciatori) e successivamente la prima scuola di Roccia italiana in val Rosandra.
«Nel programma di localizzazione dei punti di appoggio alpinistici nelle Alpi Giulie occidentali ed orientali non poteva mancare la costruzione di un rifugio in quel luogo», ricorda Sandri. Fu così che nel 1925 venne inaugurato quello che a tutt’oggi è il rifugio “Guido Corsi”, dedicato alla memoria del socio Cai caduto il 13 dicembre 1917 a Cima Valderoa sul Grappa. Il rifugio è stato poi ristrutturato ed ampliato nel 1971, con anche la realizzazione della strada di accesso dalla val Rio del Lago sino a malga Grantagar e della teleferica per il trasporto dei rifornimenti dalla malga sino al rifugio. Oggi il Corsi è un complesso di quattro realtà edilizie, di cui la principale è una costruzione su 130 mq di superficie con piano terra, primo piano e sottotetto. Nel dicembre 2017 una tromba d’aria asportò la copertura della falda sud del tetto danneggiando gli spazi interni, poi messi in sicurezza e parzialmente bonificati.
Oggi però il rifugio è inagibile e chiuso, in attesa di un restauro praticamente totale. Ma quali sono i lavori da effettuare? Strutturalmente il rifugio necessita di rinforzi antisismici ai piani ed al sottotetto, sostituzione di pareti portanti in legno con altre in muratura, revisione di travi portanti di solai e tetto. Funzionalmente presenta una grave carenza nei servizi igienici e negli spazi a disposizione di cucina e sale di ristorazione e ricovero invernale.
Frequentatissimo da escursionisti ed alpinisti provenienti da Friuli Venezia Giulia, Austria, Slovenia e Croazia, il rifugio, normalmente aperto da maggio a ottobre, metteva a disposizione dei suoi frequentatori 70 posti letto e un servizio di alberghetto. Da qui la proposta della Sag di lanciare entro l’anno un concorso di idee per avviare un maxi lavoro di riqualificazione della struttura. «L’etica del Cai impone un’attenta valutazione della sostenibilità volta al rispetto dell’ambiente ed all’uso intelligente delle risorse per quanto si andrà a realizzare. La Sag se ne farà garante», conclude Sandri. L’iter per rivedere aperto il Corsi durerà indicativamente tra i tre e i quattro anni, durante i quali gli appassionati dovranno fare a meno di uno dei rifugi più amati del Fvg. —
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