Un giorno nel vigneto assieme ai vendemmiatori

Tra i filari della Tenuta Angoris un rito che ancora resiste alla meccanizzazione Fondamentale la scelta del momento più adatto per produrre vini di qualità

CORMONS. Ritmi serrati e una palpabile frenesia. Sono le prime cose che colpiscono l’osservatore che entra per un giorno nel piccolo, grande mondo di un'azienda agricola immersa nel periodo delle vendemmie. Ad aprire le porte per farci scoprire come si lavora tra vigneti e cantina in una tipica giornata di settembre è stata una delle più rinomate aziende di Cormons, la Tenuta Angoris che, possedendo filari sia in zona Collio sia in zona Isonzo, può rappresentare appieno un esempio tipico del territorio.

Che non ci sia tempo da perdere lo si capisce fin dall'orario di ritrovo di coloro che saranno impegnati nella vendemmia per l'intera giornata: 7.30 del mattino. Molti i volti assonnati che vengono risvegliati dall’aria frizzante del mattino.

Sul piazzale dell'azienda agricola si prendono le direttive: i vertici hanno deciso che oggi si vendemmierà in zona Collio, e ci si dirige così in un vigneto esattamente al confine tra Cormons e Dolegna. «È il nostro vitigno più antico – ci spiega quello che sarà il nostro Cicerone per l'intera giornata, il direttore tecnico Alessandro Dal Zovo –: è stato infatti impiantato nel 1959. É un tocai, e andrà in uvaggio assieme a sauvignon e malvasia, per unire eleganza e struttura». Il vigneto viene vendemmiato interamente a mano da una dozzina di persone: giovani, meno giovani, italiani e stranieri.

In poco meno di quattro ore quei filari saranno svuotati: a fine mattinata tutto il raccolto sarà sul carro, destinazione cantina. Molto meno tempo impiega invece una macchina meccanizzata in un vigneto a poche centinaia di metri dalla Tenuta Angoris e a pochi passi dalla frazione di Borgnano, dove ci rechiamo subito dopo. «Un mezzo di questo tipo vendemmia più di un ettaro e mezzo in due ore – sottolinea Dal Zovo –. Come viene scelta l’uva da raccogliere a mano o meccanicamente? Dipende dalla destinazione enologica, se sia a base spumante o per vino fermo. In pianura comunque per quanto ci riguarda il 90% delle uve viene vendemmiata a macchina. In una giornata come quella di oggi tra tutti i vari appezzamenti porteremo in cantina tra i 500 e i 600 quintali di uva raccolta dai mezzi meccanizzati». Le braccia sono però indispensabili in queste settimane: «Sono fondamentali e non potranno mai completamente essere sostituite dalle macchine – commenta Dal Zovo –: da noi ad esempio visono 35 persone suddivise in varie squadre di vendemmiatori, 7 in due turni a rotazione in cantina e altri 5 a supervisionare il lavoro di campagna». Che lavorano tutti senza sosta, anche perché in questi giorni ogni minuto è importante. «Settembre è un mese completamente diverso dagli altri dell'anno per chi fa questo mestiere come noi – racconta Dal Zovo – ogni dettaglio può fare la differenza, non bisogna mai distrarsi perché ogni particolare è importante». Un lavoro, quello di chi dirige l'intervento sui campi, che è fatto anche e soprattutto di decisioni: «Ogni pomeriggio visiono i vigneti in procinto di essere vendemmiati e in base all'assaggio delle uve capisco se sono pronte per essere raccolte il giorno dopo o se sia necessario attendere ancora».

Matteo Femia

Riproduzione riservata © Il Piccolo