Un nuovo marina per mille barche nel futuro di Pineta

Il progetto fa capo a una società friulana e prevede un investimento di 45 milioni di euro e 150 posti di lavoro
Di Antonio Boemo

Circa mille imbarcazioni dai 15 ai 30 metri potrebbero trovare ormeggio in un nuovo ambito denominato “Marina Portopineta” ma l’iter autorizzativo è fermo nei cassetti comunali da troppo tempo. Già nel dicembre del 2010, seppure a grandi linee, il progetto, allor aper circa 1500 posti barca, era stato reso noto, ma da allora lo studio è stato rivisto e leggermente modificato nella sua portata. Tuttavia resta un importante opera che prevede un investimento di 45 milioni di euro e ben 150 posti di lavoro.

Per questo motivo, considerando il fatto che l’intervento non andrebbe a creare costruzioni in cemento, che non sarebbe invasivo, ma che di contro andrebbe ad abbellire una zona oggi abbandonata rivalutando altresì Grado Pineta, la minoranza compatta chiede la convocazione di un Consiglio comunale straordinario sull’argomento. Par di capire che ormai si vada avanti così: finita una battaglia, anche se sono sempre possibili degli ulteriori strascichi, se ne accende un’altra. Le più recenti? Le magnolie del Viale, “Vivere in laguna”, l’albergo Stella Maris. A ogni modo fra breve si tornerà in aula per capire cosa ha intenzione di fare la maggioranza sul porto di Pineta. Tutti i consiglieri di minoranza, Dario Raugna, Fiorenzo Facchinetti, Mauro Tognon, Angela Giorgione, Giorgio Marin ed Enzo Tirelli, hanno firmato la richiesta di convocazione della massima assise cittadina con una proposta di variante al piano regolatore per gli ambiti portuali ad est di Punta Barbacale. «Si tratta – precisa la minoranza - di una previsione urbanistica dal lungo iter che, se adeguatamente supportata, sfocerà in un bando di gara europeo». Spiegano inoltre i conisglieri d’oposizione che la società “Marina Portopineta” (fa capo a un imprenditore friulano, ma la società è formata anche da altri imprenditori, pure locali) si è fatta carico di tutti gli adempimenti relativi alle numerose analisi e verifiche del caso, lasciando intendere un preciso interesse da parte degli investitori privati verso questa portualità. «L’intervento – sottolineano ancora - non prevede la costruzione di un solo metro cubo di residenziale ed evidenti appaiono i riflessi positivi verso i vicini campeggi, che avrebbero la possibilità di riqualificarsi, offrendo i necessari servizi ricettivi. Positive inoltre le ricadute su Pineta e per l’intero paese, in termini economici e occupazionali». Sottolineano ancora i sei consiglieri di minoranza che è indispensabile un’azione sinergica da una parte per tutelare l’ambiente «che nell’area d’interesse è soggetto ad atrofizzazione», e dall’altra per rilanciare la località attraverso la costruzione di nuove infrastrutture che possano portare a un miglioramento delle attuali condizioni di degrado. Il perché della richiesta di convocazione del Consiglio comunale è spiegato dalla minoranza per quella che definiscono l’inerzia dell’amministrazione Maricchio sui grandi temi strategici per l’isola di Grado, «Considerata la crisi che sta attraversando il Paese, ci siamo rimboccati le maniche per proporre un piano capace di attrarre investimenti per la realizzazione di questa importante infrastruttura. Crediamo che per un’isola la nautica rappresenti un asset strategico su cui puntare».

«Se a questo aggiungiamo una riqualificazione delle aree verdi circostanti, la cui fruibilità da parte dei cittadini sarebbe garantita, andremmo ad aggiungere un importante tassello all’offerta turistica di Grado e ai suoi abitanti, verso quel miglioramento della qualità che latita da troppi anni». Tra l’altro va precisato che anche il problema del fango e della navigabilità è stato studiato a fondo e che la soluzione che è stata individuata si rifà praticamente al progetto Brambati. In pratica con la prosecuzione del canale che è già stato realizzato dinnanzi alla spiaggia di Pineta.

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