Un porto sul fiume per la “Grande Zagabria”

TRIESTE. Prima era solo un sogno. Ora, con l’ingresso nell’Unione europea, la Croazia, quel sogno, può tradurlo in realtà e in un importante volano per la ripartenza economica del Paese. Stiamo parlando del mega progetto “Zagabria sulla Sava”, un progetto che è anche una visione per trasformare la capitale in una metropoli veramente europea che punta a sfruttare una risorsa fin qui poco sfruttata, il fiume Sava, affluente del Danubio nel quale confluisce in un’altra capitale, quella serba, ossia Belgrado.
La “visione” l’ha avuta qualche tempo fa l’ex vicepremier Radimir ‹a›i„ prima della sua incarcerazione a causa di un incidente stradale dall’esito mortale avuto in Ungheria. Il rione di Zagabria Velika Gorica diventerà un porto fluviale, le inondazioni lungo l’anello di Zagabria diventeranno materia di studio nei libri di storia e la capitale si svilupperà lungo il fiume Sava.
L’Unione europea si schiera a fianco della Croazia per far diventare il sogno della grande Zagabria. L’Ue, infatti, assieme al Western Balkans Investment Framework ha accettato di cofinanziare lo sviluppo di studi strategici di impatto ambientale per un valore stimato di un miliardo e mezzo di euro. Lo studio di fattibilità per “Zagabria sulla Sava” vale 2 milioni di euro.
L’Europa partecipa con 1,5 milioni e il termine per il suo completamento è di 18 mesi. Lo studio è stato affidato a un pool di 26 esperti internazionali con già alcune esperienze alle spalle per simili progetti. L’esito sarà fondamentale per stabilire se l’Ue diventerà co-progettatrice dell’immane opera e se, quindi, la Croazia potrà attingere ai fondi strutturali comunitari.
«Si tratta di un progetto ambizioso - spiega il vice premier Ivan Vrdoljak - che sarà impossibile realizzare nel corso del mandato di questo governo, pertanto non so di preciso quando sarà collocata la prima pietra. È comunque un progetto strategico per il paese intero».
Il primo livello di intervento riguarderebbe la struttura fluviale. Con lo scavo di un nuovo canale lungo 5 chilometri dalla Sava al confine sloveno, la portata d’acqua aumenterebbe di 10 volte e si scongiurerebbe il rischio di nuove inondazioni. C’è poi l’aspetto energetico.
L’idea è di costruire tra la centrale idroelettrica di Pre›ko e Sisak una serie di piccole centrali a Jarun, Šanci, Petruševec e Ivanja Reka. Le nuove centrali garantirebbero un quarto dell’approvvigionamento energetico di Zagabria.
I lavori sulla Sava determinerebbero la navigabilità del fiume dal confine sloveno a Zagabria con l’inserimento di tale strutura nell’asse fluviale Reno-Meno-Danubio. Il porto fluviale di Velika Gorica verrebbe poi collegato con quello di Fiume anche tramite il rinnovo del sistema ferroviario della capitale e con la realizzazione della nuova linea Fiume-Zagabria-Botovo (confine ungherese) che darebbe nuova competitività allo scalo fiumano che diventerebbe molto appetibile per convogliare in tempi brevi le merci provenienti dal canale di Suez verso l’Europa centro-orientale.
Le opere fluviali garantirebbero l’utilizzabilità di circa 350 ettari di nuovi terreni, uno spazio maggiore della City di Londra, sul quale verrebbe a gravitare la nuova grande Zagabria. I contenuti urbanistici sono ancora tutti da “scrivere” mentre il tutto offrirebbe un nuovo impulso anche all’agricoltura della regione.
In termini finanziari la parte energetica del progetto costerà circa 500 milioni di euro per i quali il governo spera di “intercettare” senza troppe difficoltà numerosi investitori privati interessati. Il resto prevede una spesa di un miliardi di euro. E qui entrerebbe in ballo l’Ue. Tempi di attuazione: 15 anni. Solo quattro saranno spesi per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Poi il sogno che fu già di Nikola Tesla diventerà realtà.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo