Un tetto in eternit tra i bagnanti

di Laura Borsani
Quel rudere è sempre là. Un pugno per l’immagine dell’accesso principale alla spiaggia di Marina Julia, che i concessionari hanno già “tirato a lustro” per la stagione estiva.
Ma ciò che residenti e operatori commerciali, compresi i “pendolari della tintarella” evidenziano non senza preoccupazione e malumore, è il fatto che il chiosco, l’ex Playa, abbandonato da almeno tre anni, è in condizioni di progressivo degrado. Perchè non solo piove dentro al fabbricato, il tetto ridotto ad un “colabrodo”, ma è presente anche materiale in eternit.
Inquieta, dunque, quel manufatto, tanto che i residenti l’hanno fatto notare: «Questa spiaggia è frequentata dalle famiglie, ci giocano i bambini, ma vi fanno riferimento anche gli anziani».
E a ridosso campeggia l’area-giochi dedicata ai piccoli, situata proprio al centro del tratto principale del litorale. «L’altro giorno - ha spiegato una bagnante - nell’area di quel chiosco ho visto frammenti di vetro ovunque. Un vero pericolo per i bambini».
Insomma, il chiosco è lì, ma nessuno sa cosa chi debba occuparsene e cosa si intende fare. Perchè non si interviene? Perchè quel rudere fatiscente non viene abbattuto?, si chiedono in molti ora che si è affacciata la stagione turistica.
Roberto Lacalamita, titolare del Number One, antistante il chiosco ex Playa, osserva: «Per quanto sono a conoscenza, per quel fabbricato è stata fatta già tre anni fa una segnalazione. Sono stati eseguiti i sopralluoghi, anche da parte degli operatori dell’Azienda sanitaria. In quel contesto, hanno effettuato controlli più generali, anche per la mia attività. Allora mi avevano consigliato di bonificare l’eternit che, pur non pericoloso e opportunamente trattato, sarebbe stato comunque in seguito necessario rimuovere. A quel punto, avevo deciso di provvedere subito allo smaltimento».
Invece il “rudere” permane. Tra gli affezionati della spiaggia, ma anche tra gli stessi residenti di Marina Julia, è un coro all’unisono: «Il fabbricato? È uno schifo, una bruttura fatiscente. Un doppio pericolo, per lo stato di degrado e per l’eternit». Gli appelli incalzano: «La struttura va eliminata. Chi ci garantisce poi che quell’eternit non sia pericoloso?».
Ma il problema di fondo è un altro: a chi compete intervenire? Dal Comune, l’ex assessore Giordano Magrin, spiega: «Il fabbricato è di proprietà del Demanio, passato in capo alla Regione. Il Comune, attraverso l’Ufficio di gestione del Patrimonio, fornisce solo una funzione di sportello, facendo da tramite per le richieste di concessione da parte dei privati. Per quanto ci riguarda - ha aggiunto Magrin -, abbiamo provveduto a mettere in sicurezza il fabbricatio chiudendo ingressi e finestre. Non è stato possibile eseguire altri interventi o assumere altre decisioni, proprio perchè non si tratta di una proprietà comunale».
L’ente locale, ha aggiunto Magrin, ha invece la concessione per il gioco in spiaggia, nonchè per i bagni e la doccia situati nella spiaggia, già bonificati dall’eternit.
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